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Il cane: l’amico migliore che l’uomo possa avere

Rappresenta fonte di gioia e di amore
Pubblicato il 30 Giugno 2022

Il cane è il migliore amico dell’uomo, rappresenta fonte di gioia e di amore. Sono molteplici gli studi che dimostrano una serie di motivazioni sull’importanza della presenza di un cane nella vita di ciascuno. La relazione cane – uomo è una delle relazioni più singolari tra gli esseri viventi, un rapporto la cui origine risale a migliaia di anni fa.

Si tratta di una relazione così ben strutturata, porta con sé molteplici benefici, sia essi psicologici che sociali per entrambe le parti. Tra questi è possibile vederne di infiniti; innanzitutto accresce l’empatia e migliora l’autostima in generale, si impara il concetto di condivisione e di rispetto. Il contatto ripetuto con i cani sostiene la diminuzione dei livelli di stress e questo è ovviamente dovuto alla riduzione della generazione del cortisolo, ormone dello stress appunto, che è il responsabile della gestione dello stato di stress.

Il cane all’interno della società assume un ruolo fondamentale anche per quanto concerne il miglioramento delle condizioni fisiche delle persone, in quanto dato che necessitano di passeggiate e di gioco, è facilmente intuibile come anche la salute fisica del proprietario ne possa trarre benefici. Gli italiani amano i cani in una maniera indescrivibile; va sottolineato quanto un cane possa contribuire alla cura di alcune patologie. Inoltre è importante però che anche la sua salute sia sempre tenuta sotto controllo.

Il marchio Amusi rappresenta il punto di riferimento sia per l’acquisto di alimenti adatti ad ogni singola esigenza, ma anche per tutte le guide appositamente scritte e che è possibile leggere al sito https://www.amusi.it/ realizzate da esperti del settore. Così come gli italiani amano i cani, così tale brand fa parte di questa grande famiglia che ama il mondo canino.

Tornando al discorso delle patologie, si può dire che uno studio canadese, ha osservato quanto la coabitazione con i cani fin dalla nascita possa contribuire ad un minor rischio di contrarre la malattia di Crohn, una patologia cronica intestinale. Fulcro principale di tale ipotesi, è che la carenza di esposizione ai microbi a partire da una fase iniziale della vita può condurre ad una minore coordinazione immunitaria nei raffronti dei microbi ambientali.

Tale patologia è una malattia cronica infiammatoria dell’apparato intestinale che si presenta soprattutto in persone tra i 25 e i 50 anni e tra i 65 e i 75 anni, ma può anche manifestarsi nel periodo dell’infanzia. Le cause sono ancora sconosciute, mentre i sintomi sono somiglianti anche ad altre patologie infiammatorie intestinali. Avere un cane in famiglia sembra dunque assegnare una maggiore protezione da tale patologia, anche se fondamentalmente le cause restano poco chiare.

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