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Ultimo giorno di pesca, poi il fermo biologico. Lo sfogo di Ricci: “E’ inutile, ma nessuno ha il coraggio di eliminarlo”

Ai problemi si aggiunge il fatto che le imprese di pesca, infatti, vantano ancora crediti per i rimborsi del fermo biologico del 2022, che ad oggi non sono stati ancora percepiti
Pubblicato il 14 Agosto 2024

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Oggi, 14 agosto, le barche del porto di San Benedetto del Tronto escono per l’ultima volta in mare prima dell’inizio del fermo biologico.




A partire da domani, le reti resteranno a riposo per ben 45 giorni, in un periodo che, secondo molti pescatori, non solo è mal pianificato, ma anche dannoso per l’intero settore.

Pietro Ricci, uno dei marittimi più esperti del porto, non nasconde la sua frustrazione riguardo a questa pausa forzata. “Oggi è l’ultima giornata di pesca, da domani inizia il nuovo e inutile fermo pesca,” dichiara Ricci con un tono amaro. “Fermo pesca che ormai è diventato un carrozzone farraginoso che nessuno ha il coraggio di smontare. È inutile al mare e alle imprese di pesca. Forse farà comodo solo a qualcuno.”

Quest’anno, il fermo pesca sarà più lungo del solito, esteso di ulteriori 15 giorni per un totale di 45 giorni. Una decisione che Ricci definisce “cervellotica” e che, secondo lui, è stata presa senza una vera considerazione delle conseguenze per chi lavora in mare. “Forse di sua spontanea volontà o forse spinto da qualche idiota,” continua Ricci, “il ministero ha aggiunto altri giorni di agonia, nell’attesa che si torni a lavorare.”

Il malcontento non riguarda solo la durata del fermo, ma anche i problemi economici che ne derivano. Le imprese di pesca, infatti, vantano ancora crediti per i rimborsi del fermo biologico del 2022, che ad oggi non sono stati ancora percepiti. E, come sottolinea Ricci, “si sommerà anche questo che stiamo per effettuare.”

Un altro tasto dolente è la cassa integrazione per gli imbarcati, che secondo Ricci è tutto fuorché garantita. “La cassa integrazione per gli imbarcati non ha nessuna certezza visti i risultati dello scorso anno, un’elemosina secondo me è l’aggettivo giusto viste le impostazioni di fermo dei pescherecci durante l’anno.”

Ricci conclude il suo sfogo con un appello alla logica e al buon senso: “C’è da lavorare, non ci si può più permettere un fermo di questo tipo, soprattutto in piena stagione turistica. Il fermo pesca va fatto quando si crea danno alla riproduzione e non adesso che i giochi sono stati già fatti!”

Prima di salutare, il marittimo lancia un’ultima provocazione, liquidando con disprezzo la questione della mucillagine, problema noto ma ormai considerato secondario: “Dimenticavo, la mucillagine non la nomino neanche che tanto non è un problema.”

Il fermo durerà fino a ottobre, quando le barche torneranno finalmente in mare. Intanto, per molti pescatori come Pietro Ricci, l’attesa sarà lunga e carica di incertezze.