di Niccolò Dondoni
Gattinara, lunedì 6 febbraio. Non capita proprio tutti i giorni di vivere giornate simili. Forse è stata una delle esperienze umane più appaganti di questi tre anni di viaggi, alla continua ricerca di frammenti di vita. La storia di Marco De Signoribus, caro amico di San Benedetto, nonché sommelier del ristorante “Da Vittorio” a Brusaporto, si intreccia con quella di Alessia, riferimento a dir poco credibile, che rappresenta la nuova generazione della famiglia Travaglini.
Ci ho dormito su molte notti, aspettando il momento adatto per mettere nero su bianco il tutto. È il 16 marzo e forse sono pronto. Dico forse perché tutto questo mi rende felice e non posso nascondere la bellezza di quel ricordo, dal valore inestimabile. Marco custodiva con cura una bottiglia di suo nonno, simbolo del legame con la sua famiglia, dato che non ha mai avuto modo di conoscerlo, ma posso assicurarvi che oggi, a distanza di anni, sarebbe fiero di lui. Alessia invece ci aspettava a Gattinara, pronta ad accoglierci in un modo raro al giorno d’oggi, per condividere quel frammento di storia datato 1968. Una volta arrivati in cantina, abbiamo avuto la fortuna di goderci un tour dei vigneti, proprio per essere in grado di ritrovare nel calice una prospettiva d’insieme, in cui poter riconoscere il punto d’incontro tra la natura, il coraggio di scegliere ed il valore del duro lavoro. Una vera e propria lezione di vita, oltre che di storia contemporanea, indispensabile per ammirare e comprendere i possibili scenari a cui stavamo andando incontro.
Era la mia seconda volta e mi ha sorpreso come se fosse la prima, forse per la differenza tra le stagioni ed anche per la proiezione delle idee, diventate realtà a distanza di anni. Al rientro abbiamo lasciato spazio alla curiosità, facendoci travolgere dal flusso emotivo di una degustazione senza precedenti. Per l’occasione Alessia ha scelto una bottiglia di “Tre Vigne” 2005 ed una riserva del 1995, proprio per rendere onore al ricordo del 1968 custodito da Marco. Il momento dell’apertura è stato meraviglioso e non dimenticherò l’emozione tangibile sul volto di Cinzia, la mamma di Alessia, che sull’onda dell’entusiasmo ci ha fatto un regalo dal valore immenso, decidendo di condividere anche una bottiglia del 1967, anno della sua nascita. Un confronto magico, che ha reso surreale la prima parte della nostra visita.
Era ormai ora di pranzo e ci siamo spostati nel centro storico di Gattinara, in un posto davvero speciale, in cui Davide ed Agnese ci hanno accolto, come se fosse un po’ anche casa nostra. Alessia mi ha sorpreso, decidendo di cambiare ambiente, cavalcando il flusso multisensoriale che ci aveva messo nelle condizioni di percepire l’essenza del mondo in cui è cresciuta. Ci tengo a sottolineare la fedeltà alle tradizioni, che si incontra con la volontà di raccontare se stessi, attraverso un viaggio enogastronomico innovativo. I plin ai tre arrosti ne rappresentano l’emblema, così come i particolari delle altre portate, in grado di rievocare momenti di vita. Ecco a voi l’Osteria Contemporanea, in grado di proiettare verso nuovi orizzonti.
Potrei concludere con poche altre righe e mettere un punto a questo racconto, ma prima vorrei dirvi che insieme a noi c’era anche Daniele Mora, un caro amico d’infanzia, wine specialist del Tannico Wine Bar a Milano. Dopotutto credo che il senso del vino sia ritrovarsi davanti a quel calice, attorno a cui ruotano trame differenti e forse proprio per questo misteriose. La famiglia Travaglini ci ha poi invitati a rimanere per un evento dedicato, in cui abbiamo avuto il privilegio di conoscere tanti professionisti del settore, tra cui vorrei citare Ruben Bolla, proprietario dell’enoteca “La Cambusa” di Stresa, un posto in cui vale la pena passare, per lasciarsi trasportare da umanità e grande professionalità.
Una chicca sul lago, in cui poter trovare etichette incredibili, in grado di raccontare storie leali. Tornando a noi, nel pomeriggio abbiamo avuto modo di ammirare vini appartenenti a diversi territori, viaggiando tra un calice e l’altro, come piace fare a chi cerca di andare oltre l’etichetta, verso particolari inediti. Mi ha colpito la “cieca” di Davide Saglietti, che ho ritrovato al mio fianco dopo l’impeccabile servizio relativo al pranzo. L’effetto (wow) del suo Blau Fränkish è stato in grado di farci volare in Austria, in pochi istanti. Prima di rientrare verso casa, abbiamo avuto modo di tornare sui calici storici, insieme a tutta la famiglia, in modo tale da condividere le ultime sensazioni, prima di salutare tutti. Arrivati a questo punto credo ci sia poco altro da aggiungere, se non che Camilla Mora, sommelier e manager del “New Wave by DV” a Shanghai, mi ha permesso di andare oltre ogni schema relativo al mondo del vino. Con stupore e grande orgoglio, mi sono ritrovato a raccontare il progetto della Tenuta della Lealtà, che non sarebbe mai diventato reale, senza il contributo umano di tutte le persone che ho incontrato in questi anni, tra cui non posso dimenticare il mio compagno viaggio: Simone Aldrovandi.
Ringrazio con tutto il cuore Alessia, suo papà Massimo e sua mamma Cinzia, senza dimenticare Carolina e Luca. Vi auguro di continuare a raccontare il vostro territorio, facendo vibrare ogni tessera del reale che si nasconde dentro alle vostre bottiglie, disegnate e brevettate da Giancarlo Travaglini, capace di rendere la storia del Nebbiolo di Gattinara, unica nel mondo. Mi piace pensare che abbia avuto modo di essere insieme a noi, fiero di aver dedicato un sorriso a chi sta scrivendo questo nuovo capitolo di cultura contemporanea.
“Una giornata indelebile, paragonabile ad un viaggio a ritroso nel tempo, fino al momento in cui ci siamo conosciuti. Quel calice di Morgon ci ha permesso di far incontrare la cura dei particolari didattici, con la bellezza di raccontare la storia che si nasconde dietro l’etichetta. Ogni intreccio necessita di lealtà, alla ricerca della sua dimensione naturale, un passo dopo l’altro. Credo che per realizzare i propri sogni si debba passare da momenti simili, in grado di dare ancor più valore al nostro strano percorso. Da San Benedetto a Gattinara, consapevoli che la meraviglia va ricercata in ciò che ci aspetta.”
Le parole di Marco rendono onore al nostro viaggio. Niccolò