SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Antonia Fanesi da oltre trent’anni lavora nel settore del turismo.
Qual è il primo ricordo che le viene in mente se guarda indietro, a quando ha iniziato?
Ho iniziato a svolgere questa professione più di 30 anni fa, quando San Benedetto era invasa da turisti da maggio a settembre, molti dei quali stranieri. Sicuramente è stato fondamentale nel mio percorso lavorativo confrontarmi con delle realtà spesso molto diverse tra loro e che poi mi hanno dato l’opportunità di crescere oltre che professionalmente anche umanamente.
A 24 anni diventata mamma. Adesso i suoi figli sono grandi, ma come è stato all’inizio conciliare lavoro e famiglia?
Come per molte altre madri lavoratrici credo non sia sempre semplice conciliare famiglia e lavoro. Fortunatamente, nel mio caso, avendo un’azienda a gestione familiare, ho avuto la possibilità di poter dedicare il giusto tempo a entrambe le cose.
Per lei in estate aumentano gli impegni. Inizia a pesarle questa cosa?
Per noi operatori turistici l’estate è il periodo più intenso da un punto di vista lavorativo e questo comporta sicuramente un maggior sacrificio, ma anche tante soddisfazioni personali e lavorative.
Quando è lei ad essere ospite di una struttura alberghiera quali sono le prime cose a cui fa caso?
Quando vado in vacanza cerco sempre di godermi i pochi giorni di svago, ma certamente la natura di albergatrice viene fuori e debbo dire che più volte ho trovato idee e spunti da poter trasferire nelle nostre strutture e poter migliorare così i servizi che offriamo ai nostri ospiti.
Lei e suo marito Marco Calvaresi siete una coppia di storici ed esperti operatori del turismo. A casa si parla di lavoro? Vi scambiate consigli?
Mio marito ed io evitiamo di parlare di lavoro quando non è strettamente necessario. Sicuramente la sua conoscenza nel settore mi ha introdotto nel mondo dell’accoglienza, ovviamente entrambi abbiamo l’esperienza necessaria per cavarcela da soli. Solitamente nelle decisioni più importanti ci confrontiamo e decidiamo insieme ai nostri figli che collaborano nelle nostre attività.
Lei è presidente regionale di Confesercenti Turismo, su cosa deve puntare la nostra Regione, in particolare la Riviera, per dare ancora più slancio a questo settore?
La Regione deve puntare sulla comunicazione. Le Marche con il proprio patrimonio artistico, storico e culturale ancora non sono conosciute e valorizzate come dovrebbero; naturalmente il settore balneare è quello che fa più numeri, ma sono necessari investimenti ingenti per migliorare l’accoglienza e generare flussi turistici che vadano oltre la classica stagione estiva.