SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Noi lo diciamo ai nostri associati di non chiudere presto”. A parlare è Enrica Ciabattoni della Confcommercio, realtà a cui fanno riferimento circa una ventina di stabilimenti balneari.
La polemica è scoppiata nei giorni scorsi, con il bel tempo di settembre, proseguito fino a domenica, non accompagnato da un’accoglienza turistica a dovere. Ombrelloni in larga parte smontati e chalet con servizi bar-ristorante inattivi hanno lasciato l’amaro in bocca a chi voleva godersi l’ultimo scampolo d’estate, tornando inevitabilmente a scatenare l’annosa questione della destagionalizzazione in riviera.
“Si destagionalizza proponendo eventi e manifestazioni – osserva la Ciabattoni -. Serve che la gente sia invogliata a restare, ci si unisca per fare in modo che si resti attivi tutto settembre, ci vorrà tempo per farlo comprendere a chi lavora. Comunque dei passi avanti sono stati compiuti: in passato qualcuno smantellava già il 31 agosto”.
La presidente, che da sempre spinge affinché la stagione si allunghi fino ad almeno la terza settimana di settembre, fa tuttavia notare come il turismo in coda all’estate sia prevalentemente dei dintorni e quindi condizionato dalla ripartenza delle scuole.
“Il fatto che le lezioni stavolta siano ripartite il 15-16 è stata una buona cosa, ma purtroppo se la spiaggia si spopola è difficile per un operatore rimanere aperto. Comprendo la loro posizione, quando i turisti non ci sono è complicato tenere in funzione un’attività. Non si possono considerare solo i sabati e le domeniche”.