Le medaglie olimpiche dei giochi di Tokyo 2020 non saranno fatte composte d’oro, argento e bronzo di provenienza comune ma da versioni tutte particolari dei metalli citati, provenienti da smartphone e apparecchiature elettroniche usate. Lo ha dichiarato in queste ore il comitato per l’organizzazione dei giochi, facendo seguito alla presentazione del progetto avvenuta ormai due anni fa: i piani stanno procedendo speditamente e le autorità municipali in tutto il giappone hanno già raccolto quasi cinquantamila tonnellate di rifiuti elettronici, dai quali stanno venendo estratti senza sosta i materiali necessari alla fusione delle medaglie.
All’apparenza le medaglie non avranno nulla di dissimile rispetto a quelle utilizzate nelle scorse edizioni dei giochi. Il look sarà svelato solo quest’estate, ma nella sostanza saranno comunque composte da oro, argento e bronzo come tutte le altre. La novità sta proprio nel fatto che i materiali saranno estratti da schede, processori e altre componenti elettroniche in disuso, dove sono presenti in quantità minime. Proprio il basso quantitativo di materiali preziosi presente a bordo di questi rifiuti faceva pensare che la missione di recupero si sarebbe rivelata impossibile.
Invece i 2700 chili di bronzo necessari per premiare i terzi qualificati di tutti gli eventi erano già stati estratti a giugno di quest’anno, mentre lo stato di avanzamento lavori relativo a oro e argento è sufficientemente avanzato: per il primo, il comitato ha già a disposizione il 93,7% del totale necessario, mentre per l’argento siamo all’84,5%.
Fonte: Ansa.it |