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Samb, una panchina senza pace. Con Fedeli otto allenatori in tre anni

De Patre, ereditato dalla vecchia proprietà, poi Beoni, Palladini, Sanderra, Moriero, Capuano, Magi e Roselli
Pubblicato il 1 Ottobre 2018

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nove cambi e otto mister in appena tre anni. Non c’è pace per la panchina della Sambenedettese dall’arrivo di Franco Fedeli, vero e proprio mangia-allenatori.

Quando nell’agosto del 2015 il presidente rileva la società da Gianni Moneti, i rossoblu hanno già siglato un accordo con Tiziano De Patre. Una scelta subìta, che porta ad un’imminente sostituzione nonostante di gare ufficiali il tecnico di Notaresco non ne abbia collezionate nemmeno una.

Al suo posto arriva Loris Beoni, vecchia conoscenza di Fedeli. Pure lui però dura poco e, dopo la sconfitta per 1 a 4 al Riviera contro il Matelica, la dirigenza si tuffa sul grande ritorno, quello di Ottavio Palladini.

Per la bandiera della Samb una promozione in Lega Pro e inevitabile conferma, fino al gennaio 2016, quando alza bandiera bianca e rassegna le dimissioni.

Ancora un passaggio di testimone ed ecco Stefano Sanderra, che conclude la stagione guidando la squadra nella brevissima esperienza ai play-off.

Avanti un altro e nell’estate 2017 a salire sulla giostra è nientemeno che Francesco Moriero. L’ex interista non ingrana e, complice il ko interno col Sudtirol, se ne va anzitempo. La proprietà si fionda immediatamente su Ezio Capuano, che nel frattempo sta risolvendo il proprio contratto col Modena. L’avvio è buono, la Samb si piazza al terzo posto e vola ai play-off ma l’amore con Fedeli non sboccia. Anzi, le polemiche e le frecciate reciproche sono all’ordine del giorno e Eziolino, alla vigilia dell’inizio degli spareggi, viene rimosso dall’incarico. Torna Moriero.

Il resto è storia recente: a luglio arriva Giuseppe Magi. Per lui 2 punti in 5 partite e penultimo posto in classifica. L’umiliazione con la Giana Erminio è troppo cocente. Esonero e Samb a Giorgio Roselli.

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