SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ricordi di un arbitro. Non capita spesso che un direttore di gara ricordi le proprie esperienze in campo, ecco allora che le rivelazioni di Luca Marelli acquisiscono doppio valore. Ex fischietto, si è ritirato nel 2009 e oggi è opinionista fisso a Tutti Convocati, su Radio 24.
La squadra diretta più volte da Marelli è stata la Sambenedettese, la gran parte delle volte in trasferta. Al Riviera delle Palme, invece, le esperienze sono state appena due. Un match di C2 con l’Imolese e il big match di C1 contro il Napoli andato in scena il 26 marzo 2005.
“Lo stadio di San Benedetto è stato inserito tra i venti più belli d’Italia, a mio parere a buon diritto”, ammette Marelli. “Le tribune vicinissime al terreno di gioco, una struttura che ricorda un piccolo San Siro. Stupendo”.
Le critiche però arrivano quando il discorso vira sulla preparazione della partita, animata da dichiarazioni polemiche dell’allora presidente Mastellarini rilasciate alla vigilia.
“Le polemiche non sono esclusiva delle serie maggiori, anche in Serie C si leggono spesso i vetusti preconcetti che ormai hanno annoiato: gli aiuti degli arbitri alle grandi”.
In quella circostanza fu affiancato da Gianluca Cariolato di Legnago ed Alessandro Petrella di Termoli. “La commissione CAN C temeva questa gara e, non a caso, decisero di mandare due assistenti che già allora erano considerati il futuro dell’AIA. Partiamo per San Benedetto verso le 12.30, chiamiamo un taxi ed arriviamo allo stadio attorno alle 13. La gara era in programma alle 14.30 ma, nonostante ciò, c’era già tantissima gente attorno allo stadio. E qui cominciano i problemi. Seri. Spesso i dirigenti non si rendono conto di quanto pesino le parole e di quanto persone di mediocre intelligenza possano diventare pericolose se vengono spinte ad individuare un “colpevole”, chiunque egli sia. Arrivati al cancello d’ingresso dell’impianto, nessuno ci apre. La taxista suona il clacson più volte ma il cancello rimane chiuso. La vettura viene circondata da molti tifosi che non si limitano ad insultarci ma colpiscono il taxi con calci e pugni, provocando non pochi danni. E lo ammetto: ho avuto paura, per la prima volta. Finalmente il cancello viene aperto ma ormai è tardi: la Samb ringrazierà i propri “tifosi” per aver dovuto risarcire i danni provocati al taxi. Entriamo nel piazzale antistante ed i problemi aumentano: persone non riconoscibili mi minacciano appena sceso dal taxi. Minacce che proseguono nei pressi dell’ingresso degli spogliatoi da parte di un tizio che, evidentemente, con lo sport non aveva nulla in comune. Purtroppo di cretini è pieno il mondo. Negli spogliatoi stessa storia: decine di persone non autorizzate ed in quel momento ho cominciato ad alterarmi, dopo aver mantenuto la calma nonostante quanto accaduto. Per fortuna un dirigente della Samb riesce a liberare la zona, portando un minimo di tranquillità”.
Prosegue Marelli: “Anche il pullman del Napoli viene accolto con le stesse modalità: alla fine i danni saranno “limitati” (si fa per dire) ad un finestrino sfondato da un mattone. Per fortuna in campo i calciatori offrono un comportamento da veri professionisti: tre soli ammoniti e correttezza. Il Napoli reclama per due rigori ma sono due episodi che rientrano nella categoria “contattini”: non mi piacciono oggi, non li fischiavo mai in campo. Se in campo i calciatori si comportano come professionisti veri, non si può dire lo stesso dei tifosi. O, meglio: qualche idiota rischia di rovinare tutto. Al 40esimo minuto del primo tempo un petardo lanciato dalla curva della Samb esplode vicino a Petrella. Rimane in piedi ma, evidentemente stordito, si dirige verso la curva della Samb. Corro verso di lui, lo prendo per la maglietta in modo non proprio urbano e lo trascino di peso verso il centro del campo. Dopo un paio di minuti riusciamo a riprendere: per fortuna Alessandro si riprese velocemente, anche se il fischio all’orecchio rimarrà per parecchio. Nel secondo tempo un altro petardo scoppiava nei pressi di Gianello, portiere del Napoli. Il paradosso è che quel petardo è stato lanciato dal settore occupato dai tifosi del Napoli. Gianello non riuscirà a finire la partita, verrà sostituito poco dopo. La gara si conclude sullo 0-0. E’ un ricordo agrodolce: uno stadio bellissimo, colorato, due tifoserie caldissime. D’altro canto la violenza gratuita, il lancio di oggetti in campo, la presenza di (troppi) idioti che tifosi non sono mai stati e mai lo saranno”.
Il verbale della partita divulgato dall’arbitro Marelli
[su_custom_gallery source=”media: 174441,174440″ limit=”60″ link=”lightbox” width=”140″ height=”140″ title=”never”]
All’amarezza Marelli affianca comunque momenti piacevoli, legati soprattutto all’accoglienza e alle qualità enogastronomiche del territorio. “Le trasferte nelle Marche erano contrassegnate da una tappa fissa: il pernotto era sempre e solo al Casale di Colli del Tronto, una struttura favolosa tra Ascoli e San Benedetto. Altra tappa fondamentale e costante: il ristorante Lacché di Grottammare, probabilmente la frittura di pesce più buona che abbia mai avuto la fortuna di mettere sotto i denti. Insomma: siamo arbitri, è vero, ma non rinunciamo proprio a tutte le delizie della vita…”.