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Roberto Mancini non è più allenatore dell’Arabia

Il bilancio non è stato brillante: sette vittorie, sei sconfitte e cinque pareggi, risultati che non hanno convinto né i tifosi né la federazione
Pubblicato il 25 Ottobre 2024

Quattordici mesi di lusso e grandi aspettative, terminati in un addio tumultuoso: Roberto Mancini ha chiuso il capitolo saudita, lasciando alle spalle sogni di gloria sfumati e tensioni crescenti. L’ex ct dell’Italia, accolto a Riad come un vero sceicco, con onori e un contratto stellare, si è separato dall’Arabia Saudita, scrivendo un altro addio turbolento nel suo ricco curriculum.




Mancini aveva lasciato di colpo la guida della nazionale italiana nell’agosto dello scorso anno, per accettare l’offerta faraonica di 24 milioni di euro per quattro stagioni con la squadra saudita. Un accordo che aveva fatto sorridere l’allenatore, nonostante il divorzio dall’Italia avesse già creato polemiche e disapprovazione da parte di molti nel suo Paese natale.

Ma, come spesso accade nella carriera di Mancini, la storia è finita in maniera burrascosa. Non è infatti la prima volta che il tecnico chiude le sue avventure professionali con una scia di tensioni. Si pensi alle dimissioni dalla Fiorentina nel 2002, all’esonero dall’Inter nel 2008, e alle risoluzioni anticipate con il Galatasaray (2014) e lo Zenit (2017). Tuttavia, questa esperienza a Riad non ha avuto il successo sperato, al contrario della sua prima parentesi come ct dell’Italia.

Il bilancio di Mancini in Arabia Saudita non è stato brillante: sette vittorie, sei sconfitte e cinque pareggi, risultati che non hanno convinto né i tifosi né la federazione. Le tensioni sono esplose dopo la sconfitta interna contro il Giappone, seguita da un deludente pareggio con il Bahrein, che ha aggravato il clima teso tra Mancini e il suo entourage. Da quel momento, secondo fonti federali, erano iniziate le trattative per una risoluzione anticipata del contratto, con il nodo principale legato al pesante ingaggio del tecnico e alle sue recriminazioni su promesse tecniche mai mantenute.

La frustrazione del tecnico jesino era già emersa qualche mese prima, quando Mancini aveva escluso tre giocatori che pretendevano un posto da titolari, commentando pubblicamente l’assurdità della situazione: “Mai vista una cosa così”. Da quel momento, il suo rapporto con l’ambiente saudita si è progressivamente deteriorato, culminando in conferenze stampa nervose, dove non sono mancati scontri con i giornalisti locali. “I giocatori devono prendersi le loro responsabilità”, aveva dichiarato Mancini, discutendo animatamente con un cronista che lo aveva criticato sotto il profilo tecnico.

Ora, mentre la federazione saudita si prepara a voltare pagina – con voci che parlano addirittura di un sogno chiamato Zidane – il viaggio di Mancini a Riad è già finito. Per l’ex ct italiano, resta la libertà di tornare ad allenare in Europa, anche se il segno lasciato da questa avventura saudita non sarà facilmente dimenticato.