di Davide Balestra
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Il mazzo di fiori deposto sotto la Curva Nord Massimo Cioffi. La foto con la sciarpa del centenario della Sambenedettese. E poche ore dopo, l’annuncio in cui viene ufficializzato l’addio alla Fermana. Sono state ore frenetiche quelle vissute da Luigi Palumbo che, dopo quattro giorni da quel Sambenedettese-Fermana, oggi (19 dicembre) si ritrova senza squadra.
Il 33enne – che ha vinto il campionato di Serie D 2015/16 con la Sambenedettese – ha fatto chiarezza ai microfoni de La Nuova Riviera, ripercorrendo tutte le tappe. E guardando anche al futuro. “Sarebbe dovuta essere una domenica indimenticabile, di gioia per tutti quanti – afferma Palumbo – . Torno su un campo dove ho lasciato bei ricordi e amicizie”. Quindi ecco il gesto. Prima del calcio d’inizio, il calciatore depone un mazzo di fiori sotto la Curva Nord. “Ho chiesto il permesso agli esponenti della Fermana e ho ricevuto l’ok. Un gesto che ho fatto per ricordare delle persone che ho conosciuto e che oggi non ci sono più. San Benedetto del Tronto e la Sambenedettese resteranno sempre nel mio cuore”.
Piccola curiosità: Palumbo non è nuovo a questo genere di iniziative: basti tornare al 2 ottobre del 2016, nel corso della gara tra la Cavese e la Turris quando l’ala destra depose un mazzo di fiori proprio sotto la Curva dei tifosi di casa.
Ma torniamo al Riviera delle Palme. Pochi istanti dopo aver consegnato i fiori, Palumbo riceve una sciarpa: quella del centenario. “Un fuoriprogramma. Che non è stato apprezzato da una parte della Curva della Fermana. Se comprendo tutto ciò? In parte”.
Ritorno a Fermo
Palumbo non rinnega il suo amore per la Sambenedettese. Non lo ha fatto e non lo farà in futuro. Ma la (prima) vera svolta arriva al termine dell’incontro, terminato 3-0 per i rossoblu. “Al ritorno in pullman ho cercato di capire il perché dei fischi ricevuti nei miei confronti. Complice il risultato e il momento poco positivo (squadra penultima nel girone F di Serie D, ndr), quando siamo arrivati c’è stata una leggera colluttazione. E a mezzanotte sono stato chiamato dalla società: mi hanno comunicato di andare via. Il DS mi ha detto che la decisione nasce dal fatto di aver compiuto un gesto insanabile. E che una parte della tifoseria ha chiesto la rescissione immediata del mio contratto”.
Poche ore per assimilare tutto. Da una parte c’è un contratto strappato; dall’altra una stagione calcistica da proseguire. “Il giorno dopo mi sono recato in sede. Ho ricevuto due sole mensilità, mi spettano le altre. Ma visto che nutro molto rispetto per Marco Catalano e Matteo Rossetti, due figure presenti all’interno della società mi sono fidato. Ho firmato la rescissione con la promessa che la società rispetterà gli accordi economici validi fino al momento della rescissione. La società mi ha difeso solo parzialmente”. In che senso? “Una parte mi è venuta incontro. L’altra, probabilmente ha preso la palla al balzo. E forse mi ha usato come capro espiatorio. Ma domenica prossima non ci sarà un Luigi Palumbo o una sciarpa alla quale attribuire colpe”.
Nella serata di ieri, mercoledì 18, Palumbo ha preso parte alla classica cena di Natale. “Sarei potuto scappare subito. Ma non l’ho fatto per i miei valori umani. Per chiarire la situazione con le persone con le quali ho instaurato un rapporto in questi mesi. Ho chiarito la mia posizione umana. Nel calcio non ci sono undici robot. Ci sono umani con le proprie famiglie. Una spaccatura all’interno della Fermana? Posso solo dire che Catalano mi ha detto che non sarebbe riuscito a fare più nulla per tenermi in rosa. Mentre il DS non mi ha detto nulla se non di andarmene”.
L’ingresso allo stadio Riviera delle Palme, giunto nella ripresa, si sarebbe potuto evitare? “Bolzan (allenatore, ndr) ama i colori della Fermana. Contro la Samb mi ha fatto entrare per provare a cambiare l’incontro. Anche perché lui non sapeva nulla”. Facciamo un passo indietro. L’argentino era ancora negli spogliatoi quando è avvenuto il gesto. “Mi ha detto che se avesse saputo tutto quanto non mi avrebbe fatto entrare. Lui non c’entra nulla. So solo che ho perso un contratto lavorativo. Perché sono un tifoso della Sambenedettese e resterò legato per sempre ai tifosi che non ci sono più”.
Palumbo non tornerà alla Sambenedettese. Non ci sono stati contatti diretti tra il calciatore e la società rossoblu. “Il mio futuro è incentro. Mi sto interfacciando con realtà che ci sono in D e non solo. Alla Samb auguro le migliori fortune, conosco tante persone nello staff. Palladini compreso, ovviamente”.