giovedì 20 Marzo 2025
Ultimo aggiornamento 02:17
giovedì 20 Marzo 2025
Ultimo aggiornamento 02:17
Cerca

Ottavio Palladini: “Samb, ci vogliono persone del posto. Ed è necessaria una programmazione”

L'ex allentore dei rossoblu ha voluto fare il punto dell'attuale, e deludente, stagione. La promozione del 2016, la veste di tifoso e il paragone con il Porto d'Ascoli
Pubblicato il 10 Aprile 2023

di Davide Balestra

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il 10 aprile del 2016 la Sambenedettese è tornata tra i professionisti. A guidare la truppa c’era Ottavio Palladini che, a distanza di tutti questi anni, confessa che “non mi sarei mai aspettato di vedere la Samb in queste condizioni, assolutamente no. Credevo che Fedeli potesse rimanere più a lungo possibile. Sia lui che il figlio. Non so cosa sia successo, cosa sia accaduto”.

I rossoblu, nella stagione del Centenario, si apprestano a terminare un altro campionato incolore, deludente e al di sotto delle aspettative. Una situazione figlia delle recenti – e note a tutti – vicende societarie degli ultimi anni.  “La Sambenedettese, dagli anni ’90 in poi, ha sempre vissuto annate difficili – afferma Palladini –  .Ad eccezione di qualche parentesi con Gaucci che per anni ha fatto benissimo. Poi anche lui ha mollato. In Serie C credo la Samb sia tra le più importati per tifoseria, blasone e passione. Peccato che anche quest’anno si parli di tutto tranne che di calcio”.

In veste di allenatore, Ottavio Palladini ha fatto gioire i tifosi della Samb. Ma in veste di tifoso, con la sciarpa rossoblu al collo, cosa si aspetta per il futuro? “Da tifoso mi auguro che la Samb possa trovare quella serenità che negli anni non è mai riuscita a trovare – prosegue – .Fino a quando non arriverà un imprenditore serio, che penserà a mettere le basi con un centro sportivo adeguato e settore giovanile organizzato, probabilmente credo che arriveranno solo personaggi che vorranno stare poco. A mio modo di vedere, le basi si mettono in questo modo. Fare strutture, investire sui giovani attraverso uno scouting accurato e, soprattutto, facendo programmazione a lunga scadenza. Per me ci vuole gente del posto. Non so chi, se una o più persone sulla falsa riga del Sudtirol che ha 32 soci, ma per me quella è la ripartenza”.

Calma e gesso. Sognare di meno per, piuttosto, costruire qualcosa di concreto. “Quando si parla di programmazione non si parla di Serie B o A. Si tratta di fare le cose con calma e pazienza. Credo che i tifosi vogliano una società che rappresenti San Benedetto. Tutto questo parte da una programmazione. Da persone che vogliono investire tempo, denaro e soprattutto voglia nel crescere ragazzi del territorio. Questo si fa attraverso lo scouting, attraverso le competenze. Questa è la cosa più importante”. Ecco quindi due paragoni con quella che è l’idea di Ottavio Palladini. “In Serie D, nel girone della Samb, c’è la Vigor Senigallia che sta facendo molto bene. Società solida, che lo scorso anno ha vinto il campionato con tutti giocatori di Eccellenza. Quest’anno hanno preso giocatori della stessa categoria ma più forti e si ritrovano secondi in classifica – Vigor Senigalla e non solo – .Ma anche il Porto d’Ascoli, che non è nelle primissime posizioni, ma sta ugualmente lottando per fare un campionato importante. Ha una base solida di una decina di giocatori che hanno disputato quattro o cinque anni insieme. Questa è programmazione”.