di Davide Balestra
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. La Sambenedettese non si ferma più: la vittoria contro L’Aquila consolida il primo posto e permette di allungare su Chieti e Campobasso: “Bella prova di forza”. La riassume così il Presidente Vittorio Massi: “Dimostrato di essere Samb. Giocatori e allenatori fanno una squadra unica, complimenti a Mancinelli e ai ragazzi. Con le squalifiche (di Alex Sirri, Christian Barberini, Maurizio Lauro, ndr) e gli infortunati (Simone Paolini e Federico Chiatante, ndr) potevi apparire una preda facile. Così non è stato”.
Rossoblu che domani tornano a lavoro in vista del difficile test contro il Campobasso. “Porte chiuse? Sarei stato il più deluso” afferma il numero uno rossoblu. “Loro (Campobasso, ndr) sono una signora società. Se dovessero darci più biglietti farebbero felici parecchi tifosi. Noi andiamo a giocarcela, sarà una grande partita. Che vinca il migliore”. La capienza del settore ospiti dell’Avicor Stadium è ridotta. Possibile che la Samb chieda di far aprire qualche altro settore: “Spero di vedere uno spettacolo come quello contro L’Aquila. I tifosi abruzzesi sono stati esemplari, bellissimi. Me li sono goduti. Ho visto questo immenso tifo che insieme al nostro ha ricordato il grande Massimo Cioffi. E’ stato uno spettacolo”.
Poco meno di un mese alla fine del girone di andata. Le prossime partite vedranno la Samb impegnata contro il già menzionato Campobasso, Atletico Ascoli, Roma City e Vigor Senigallia. Dalla presentazione a oggi sono trascorsi 94 giorni. La squadra della città è forse diventata un fenomeno sociale? “Tutti dicono che Massi non abbia sbagliato nulla in questi mesi. Ma nessuno è perfetto. Quando ci saranno errori, spero il minor numero possibile, ci sarà da trovare subito il rimedio. Siamo una città che vive di una squadra. Non solo di calcio“. Cioè? “San Benedetto deve diventare la vera squadra della città. Non solo per la Samb che scende in campo ma per tutto ciò che ruota intorno. La città è di una bellezza unica, se tutto funzionasse come squadra saremmo contenti. Cultura, economia e tanto altro: S come Samb, S come squadra”.