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San Benedetto, cantiere fermo al porto. L’ira degli operatori: «Abbiamo perso importanti commesse. Occorre muoversi»

Le parole di Marchetti, Malavolta, Furlanetto e Ascolani. L'appello di CNA: «Necessario ultimare i lavori»
Pubblicato il 5 Luglio 2025



SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Il cantiere per le opere di urbanizzazione al porto di San Benedetto del Tronto, avviato nella primavera 2024, è fermo da settimane e sta creando disagi per le imprese della nautica e della cantieristica, come segnala la CNA di Ascoli Piceno.

«A causa dei lavori in corso ho già perso delle buone commesse che avrebbero potuto coprire l’incasso invernale, e ho avuto difficoltà a pagare i miei dipendenti» afferma Daniele Malavolta di Ondamarina. «Nonostante diverse richieste, mi trovo a pagare un’area demaniale presa due anni fa, che tuttavia non posso utilizzare. I rimessaggi non sono stati fatti e non abbiamo potuto ritirare le barche. Abbiamo partecipato a diverse riunioni con i rappresentanti delle istituzioni: in un’azienda privata i problemi vanno risolti subito e non in tempi biblici, ma il meccanismo è troppo macchinoso».

Massimiliano Marchetti, del Cantiere Navale Marchetti, aggiunge: «La mia concessione ha un ingresso solo sul lato sud, dove è tutto bloccato. Da un anno sto cercando di arrangiarmi con i miei contatti, ma senza possibilità di accesso al cantiere sto perdendo anche la possibilità di collaborazioni con operatori attivi in altri porti. Mi ritrovo senza autonomia, costretto a dipendere dalla disponibilità dei miei colleghi operatori, mentre le concessioni, le autorizzazioni e le utenze vengono comunque pagate senza poter utilizzare l’area».

Anche Federico Ascolani, del Cantiere Navale Sambenedettese, sottolinea: «Attualmente il cantiere non ci consente di passare con il travel lift per il trasporto delle imbarcazioni. I lavori sono andati avanti a singhiozzo e la situazione sta diventando pesante. Abbiamo solo tre o quattro posti per imbarcazioni e rischiamo ulteriori difficoltà. A metà agosto inizierà il fermo biologico dei pescherecci e, a meno di novità, rischiamo di ritrovarci come lo scorso anno, senza la possibilità di ritirare le barche».

La CNA di Ascoli Piceno lancia un appello per sbloccare la situazione. Gioia Furlanetto, presidente CNA Produzione Ascoli Piceno, dichiara: «Un porto che si ferma, anche solo parzialmente, penalizza la filiera con ripercussioni che vanno oltre i confini comunali, soprattutto in un momento in cui la nautica marchigiana è una delle realtà più strategiche a livello nazionale. Parliamo di un comparto che lavora in rete, fatto di aziende che hanno scelto di investire su questo porto e su San Benedetto, contribuendo a costruire una visione condivisa di sviluppo, qualità e sostenibilità. I ritardi rispetto al cronoprogramma e l’accessibilità compromessa stanno generando gravi disagi per le imprese. È sicuramente necessario ultimare i lavori al più presto, ascoltando le esigenze di chi vive ogni giorno il porto».