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Debora Cozza: “La sostenibilità è il futuro e non riguarda solo le aziende”

L’Amministratore Unico della Consilium Stp Benefit S.r.l racconta l’operato della nuova realtà marchigiana in un’intervista inedita.
Pubblicato il 15 Febbraio 2024

Grazie alla disponibilità della società Consilium Sr.l, sul nostro giornale, dal mese di febbraio, partirà una rubrica mensile che approfondirà le prospettive legate alla sostenibilità.

Nel giugno 2023 nasce a San Benedetto del Tronto la Consilium Team Stp Benefit S.r.l: una società di consulenza composta da esperti nell’analisi e nello sviluppo dei percorsi di sostenibilità appannaggio di imprese ed enti, del settore privato e pubblico. Al centro dell’attività si trovano la valutazione iniziale e l’eventuale l’incremento della sostenibilità, ovvero l’insieme dei comportamenti messi in atto per migliorare il benessere delle persone e del Pianeta, attraverso operazioni interne ed esterne.

La società si compone di sette esperti ed ha iniziato la propria attività nelle Marche e in Emilia -Romagna. In primis le 3 dottoresse Debora Cozza, Francesca Perotti, e Susanna Zaniboni, Commercialiste e revisori legali. Poi le due esperte in materie giuridiche e legali, le avvocatesse Elsa Melchiorre ed Emanuela Alimento. Completano le skills del team l’ing. Sergio Botta e il business senior advisor Alessandro Pallotta. Una realtà quindi che si compone di ben cinque professioniste, ponendosi come virtuoso modello di parità di genere in campo lavorativo.

Per conoscere meglio la società e la sua mission abbiamo incontrato l’amministratore delegato, la dott.ssa Debora Cozza, originaria proprio di San Benedetto del Tronto.

Dottoressa, cosa rende speciale il vostro gruppo?

Siamo un gruppo affiatato, di amici prima che di professionisti ordinistici, strettamente legato dallo spirito della sostenibilità.  Le caratteristiche e le competenze maturate nelle nostre carriere, tutte più che ventennali, si fondono per analizzare a 360° gradi le realtà aziendali e fornire, se richiesto, un pacchetto di servizi indispensabili per le realtà che vogliono stare al passo coi tempi e anticipare il futuro.

Scendendo nel particolare della vostra formazione individuale, cosa crede effettivamente vi permetta di aiutare in maniera così innovativa le aziende e gli enti italiani in direzione di una maggiore sostenibilità?

La consolidata esperienza professionale di tutti i componenti: io e la dottoressa Zaniboni, ad esempio, abbiamo completato un Master della Scuola di Alta Formazione per la Sostenibilità in collaborazione con l’Università di Verona, che ci ha aiutate ad accrescere la conoscenza della sostenibilità economica aziendale, affinarne i relativi equilibri e le potenzialità in termini di “durabilità” delle imprese in un momento storico in cui i mercati sono divenuti tanto competitivi. L’ing. Botta, poi, è un Innovation Manager certificato che si occupa da 25 anni di consulenza e formazione in materia di compliance normativa e legislativa di sistema.

Il dottor Pallotta, inoltre, è un analista senior che si occupa da più di 20 anni di cambiamento dei processi organizzativi, della loro efficace integrazione nei modelli di strategia aziendale, con un focus sulla misurazione ed il miglioramento delle performance a tutti i livelli, dai collaboratori, al team, alla Corporate nel suo insieme.

Il Team legale, infine, si compone dell’Avv. Melchiorre, responsabile e gestore whishtleblowing D.L.Gd  24/03,chief Resrturingofficer consulente di valutazioni del rischio del green washing e specializzata nella certificazione di “Parità di genere”, come anche l’Avv. Alimento.

 Da dove nasce l’idea alla base del vostro progetto?

Come premesso, siamo un insieme di professionisti “benefit” strutturato in una Società secondo una duplice logica: la convinzione che un progetto consulenziale in materia sia maggiormente efficace grazie ad un approccio multidisciplinare e la sicurezza che la sostenibilità ad oggi permei ogni settore e sia quindi di vitale importanza per il miglioramento della società.

Cosa muove il vostro operato?

Il nostro agire all’insegna del “benefit” denota uno spirito non mosso unicamente dal mero valore economico, ma vuole prestare un servizio alla civiltà di cui facciamo parte. Un esempio virtuoso di tale ultimo concetto potrebbe dunque essere la divulgazione del principio di sostenibilità a livello scolastico. Proprio a tal fine stiamo organizzando dei corsi dedicati ai giovani, affinché anch’essi possano avvicinarsi a questo mondo con maggiore consapevolezza.

Prestando più attenzione ai concetti alla base della consulenza che offrite, quali sono i valori specifici che volete trasmettere?

Vorremmo riuscire a spiegare che:

– in una civiltà evoluta come quella occidentale la sostenibilità aziendale non può esistere a prescindere da quella sociale ed economica dei territori nei quali l’impresa è radicata;

– una società che diventa economicamente sostenibile, inoltre, con la giusta strategia, ossia con la guida e i mezzi giusti, può indubbiamente incrementare i propri utili, avendo così un duplice riscontro positivo sulla collettività;

– nella logica della sostenibilità sociale (per la teoria francese “durabilitè”) un dipendente non è più, e non si sente più, solamente un ingranaggio dell’alienante processo produttivo industriale, ma prima di tutto un portatore di diritti e di interessi.

Per tali motivi è di fondamentale importanza tener conto all’interno di un’azienda di tutte le sfaccettature della sostenibilità.

Se poi ci si vuole spingere fino ad acquisire l’accezione di società “benefit”, è importante spiegare come essa non sia un ente caritatevole e privo di scopo di lucro ma, anzi, come si tratti di una impresa fortemente impegnata, oltre che nel proprio business, al rispetto delle proprie maestranze e del proprio contesto sociale, con un attento sguardo all’aiuto concreto verso le famiglie e quindi l’intera comunità.

Come riuscite ad aiutare le imprese che ne hanno bisogno?

Da ormai diversi anni, anche se con grave ritardo, il concetto di sostenibilità è stato introdotto nella vita quotidiana degli italiani, nei programmi governativi e nelle politiche aziendali. Le imprese sono a pieno titolo soggetti attivi nei processo di questo irreversibile cambiamento sociale.

Noi, in questo percorso di ammodernamento delle aziende verso valori di sostenibilità ed economia integrale, in primo luogo vagliamo il modus operandi delle imprese, così da capire se in in esse si sia già avviato un itinerario di sostenibilità o meno. In secondo luogo, siamo in grado di dare formazione e consapevolezza riguardo i concetti E.S.G. realizabili all’interno delle specifiche realtà.

Quale step successivo pianifichiamo la strategia e realizziamo i progetti con l’azienda stessa, creando un team ad hoc al suo interno.

E in che modo riuscite a guidare le aziende in un percorso che a primo impatto può apparire tanto dispendioso e faticoso?

Anche i progetti più corposi ed ambiziosi vengono modulati a seconda delle dimensioni della realtà con la quale ci confrontiamo, in maniera tale che tutti siano sostenibili – pure economicamente-; discussa ed individuata la logica operativa, le procedure debbono armonizzare e non appesantire il lavoro di direttori, manager e dipendenti.

Al termine delle nostre valutazioni, infatti, il percorso di adeguamento sostenibile si deve tradurre in opportunità economica. Uno dei maggiori vantaggi che si potrebbero citare a sostegno di quest’ultimo punto è il fatto che tutte le società finanziarie –  comprese le banche – ad oggi tentano di investire quanto più possibile su imprese sostenibili, perché viste come più innovative, resilienti, durature nel tempo e quindi “sicure” ed in grado di ripagare i finanziamenti loro concessi. Ecco perché per il sistema bancario e finanziario ha ormai da anni sempre più puntato sulla sostenibilità.

Dottoressa, ma lei ritiene che nel 2024 la sostenibilità per un’impresa sia effettivamente ancora una scelta?

No. E le spiego anche il perché. Moltissime aziende già da quest’anno dovranno presentare un bilancio di sostenibilità; il processo innescato, soprattutto vista la nuova consapevolezza dei consumatori finali, è oramai irreversibile.

Per eludere il discorso i più argomentano che per le PMI (Piccole Medie Imprese) non vi è alcun obbligo, in quanto vigono parametri diversi. Ciò è vero, pur tuttavia le nostre aziende appartengono ad una catena di fornitura per la quale prima o poi il valore in questione diverrà imprescindibile. Il mancato adeguamento a tali politiche avrà quindi un impatto discriminatorio sulla vendibilità dei prodotti e dunque sulla stessa sopravvivenza aziendale. Ecco perché siamo convinti che la sostenibilità sia una transizione obbligatoria che, se intrapresa fin da subito, potrà costituire un vantaggio competitivo sui concorrenti, in tutti i settori.

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