SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “I pescatori di vongole hanno bisogno di certezze. Dopo anni di ricorsi e lotte politiche ora Acquaroli e il consiglio regionale hanno tutti gli elementi per decidere. Basta proroghe. Si attivi la tanto declamata filiera istituzionale del centro destra”. Lo afferma da Italia Viva Marche Fabio Urbinati. “Purtroppo la giunta Acquaroli si è ormai contraddistinta come la giunta degli ignavi, coloro a cui Dante riservò l’antinferno come luogo di pena per chi non decide mai fuggendo dalle proprie responsabilità. Ne danno prova i tanti rapporti usciti di recente che vedono un’attività legislativa, nelle Marche, a rilento e una grande abbondanza di rinvii e mancate decisioni”.
Quello dell’assetto territoriale della pesca delle vongole è un problema che si trascina da oltre 20 anni, e nel frattempo si sono susseguiti continui rinvii dovuti a ricorsi e conflitti con altri enti. “Ora che tutti i ricorsi sono andati a sentenze definitive e in più si è in possesso di studi e ricerche commissionate dalla precedente amministrazione, ci chiediamo perché si è proceduto con una nuova proroga inutile. Tutto ciò rischia di aumentare divisioni e incertezze, in un settore che negli anni ha dato prova di grande collaborazione anche attraverso un regime di autoregolamentazione delle proprie organizzazioni. Tutti conosciamo le annose questioni che affliggono i pescatori di vongole delle Marche. Una delle più grandi è quella del sovrannumero di licenze per l’estensione della costa; più di un’imbarcazione per chilometro. È anche vero che la vongola marchigiana è tra le migliori in assoluto, ma il problema dello sforzo di pesca esiste e non può essere sempre scaricato sui pescatori che hanno il sacrosanto diritto di lavorare”.
Urbinati prosegue: “Allora il Presidente Acquaroli se ne faccia carico e attivi la tanto declamata “filiera istituzionale” del centro destra. E cerchi di placare anche le divisioni tra i propri rappresentanti di maggioranza. Ci sono tutti gli uomini chiave al posto giusto, dal ministro Lollobrigida passando per presidenti di commissioni parlamentari, commissari, sottosegretari e tanti onorevoli in carica, tutti marchigiani. Solo con un confronto tra governo nazionale, regione e operatori potrà essere definitivamente risolta questa annosa questione figlia della prima repubblica. Su questo tema, come su sanità e infrastrutture, occorrono meno proclami, meno selfie e più sostanza”.