SAN BENEDETTO • Fabio Urbinati lascia l’incarico da assessore. Lo ha annunciato lo stesso ormai ex esponente di Giunta nel corso di una conferenza stampa in Comune. Urbinati, come era già stato annunciato all’indomani dell’ufficializzazione della sua candidatura, lascia per evitare conflitti di interesse, in piena filosofia con la politica renziana. Ha protocollato le sue dimissioni in tarda mattinata.
Urbinati è assessore dal 2011, nominato all’inizio del secondo mandato Gaspari. Correrà con il Pd alle prossime elezioni Regionali ed ha già coniato il suo slogan: “Cambiare è la regola della Vita”. Il bilancio tirato dall’ex assessore è positivo: “Ho gestito la delega dello sviluppo economico – spiega – in quelli che sono indiscutibilmente stati i tre anni peggiori del dopguerra italiano”.
Relativamente le ultime vicende politiche che hanno visto Urbinati e Gaspari su due fronti opposti spiega: “Non mi sento sfiduciato ma amareggiato. Gaspari lo ringrazio, perché è lui che scelse di nominarmi assessore così come ringrazio i miei colleghi di Giunta, il consiglio comunale e i cittadini. Loro sono la nostra gente e alla fine di questa esperienza credo che sia stato grande quello che la comunità sambenedettese ha lasciato dentro di me”.
Relativamente la decisione di dimettersi: “Rispetto le scelte di tutti – spiega – ma non capisco chi parla di queste dimissioni come del pensiero di una corrente. Io faccio parte di un partito e non si puù parlare di corrente. Che poi, se proprio vogliamo dirla tutta, la corrente in questione sarebbe quella del segretario nazionale del Partito Democratico, non di un appartenente a questa o quella fazione”.
Qualche stoccata però la riserva ad altri candidati alle regionali. L’affondo è per Luigi Contisciani: “Io vado avanti nella mia scelta – spiega Urbinati – così come ognuno porta avanti la sua. Non capisco però alcune situazioni come quella di Luigi Contisciani che mantiene il suo ruolo di presidente di un importante ente come il Bim portando avanti la sua campagna elettorale”.
Ma una battuta, su Gaspari, se la lascia sfuggire: “Le scelte diverse? E’ normale che quando c’è un rinnovamente c’è chi spinge sull’acceleratore perché le cose cambino e chi, invece, pur predicando la strada del rinnovamento, all’occorrenza cerca di tirare il freno. Ma fa parte del gioco”. E chiosa: “Il rinnovamente non va predicato ma praticato”.