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Una raccolta firme per rilanciare il disegno di legge di Rodotà sui beni comuni

Iniziativa che vede tra i promotori anche Articolo Uno e Rifondazione. Il giurista, scomparso nel 2017, intendeva tutelare “quei beni che permettono l’esercizio dei diritti fondamentali"
Pubblicato il 1 Giugno 2019

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Arrivare a 50 mila adesioni entro la fine dell’estate per giungere ad una legge di iniziativa popolare che riprenda il disegno di legge Rodotà sui beni comuni.

L’avvio della raccolta firme è promosso – tra gli altri – da Articolo Uno, Giorgio Mancini e esponenti di Rifondazione Comunista, che raccolgono l’invito del Comitato Rodotà.
l’avvio della campagna di raccolta firme per una legge di iniziativa popolare intorno al testo del disegno di legge Rodotà sui “beni comuni” promossa dal “Comitato Rodotà”.

Il giurista, scomparso nel 2017, intendeva riconoscere e tutelare giuridicamente “quei beni che permettono l’esercizio dei diritti fondamentali nonché il libero sviluppo della persona e vanno governati nell’interesse delle generazioni future”. Il principio che muove l’operazione referendaria è semplice: esistono beni pubblici e comuni che soltanto nella misura in cui sono messi a disposizione della collettività e sottratti agli interessi privati consentono la reale applicazione dei dettami costituzionali. La legge, pertanto, trasformerebbe e tutelerebbe giuridicamente il nostro territorio, i beni culturali ma anche le infrastrutture stradali e ferroviarie, i porti, gli aeroporti, gli ospedali, le scuole, gli asili, i ricoveri per anziani, le mense popolari.

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