SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Un’offerta turistica lunga dodici mesi? Sarebbe un obiettivo importantissimo ma gli alberghi devono fare la loro parte”. Lo afferma il presidente del Bim Tronto Luigi Contisciani che è intervenuto sulla presentazione degli eventi strategici della stagione sambenedettese.
“Gli operatori del settore fanno notare, giustamente, che mancano le infrastrutture e lamentano altre situazioni – dice Contisciani – ma io da cittadino vedo anche l’altro lato della medaglia e posso dire che mancano gli alberghi. Sono pochissimi nelle Marche quelli a cinque stelle e ne abbiamo 419 a tre stelle e 103 a quattro”.
Contisciani scende nel dettaglio: “Se io vado in uno chalet a San Benedetto mi auguro che se alle 8 di sera voglio prendere un aperitivo lo posso prendere e non trovo lo chalet chiuso“.
Per Contisciani l’attività turistica funziona se ognuno fa la propria parte: “Ci sta che si chieda di più all’amministrazione e all’istituzione cittadina per assolvere al meglio il compito di valorizzazione della città ma allo stesso tempo lo chalet deve impegnarsi a garantire determinate disponibilità e l’albergo deve fare in modo di essere fruibile tutto l’anno. Se l’amministrazione organizza eventi durante l’anno gli alberghi sono aperti? Oppure ci si trova di fronte alla risposta che per un paio di giorni di eventi non vale la pena aprire?. Non è così che si può instaurare una collaborazione”.
Il presidente del Bim Tronto cita l’esempio della Basilicata e dell’area dove esiste l’attrazione del Volo dell’Angelo. “Per arrivare in quella zona – spiega – c’è una strada dove due macchine insieme non ci passano. Eppure parliamo di un borgo di 500 abitanti che fa 40mila presenze”. Questo per dire che le infrastrutture non possono rappresentare il capro espiatorio. “Le infrastrutture sono importanti ma lo sono anche i servizi”.
Quindi l’analisi sulle richieste turistiche: “Tutti parliamo di eventi – afferma – ma la richiesta da parte dei turisti che arrivano su una località per un evento, a livello nazionale è del 6,8% e a livello regionale dell’11,2%“. La fetta più grande va ai beni culturali con il 38% e all’enogastronomia con il 32%. “E’ tutto un insieme di cose che valorizzano una location”.