SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Anche Rifondazione Comunista esprime il proprio cordoglio per la morte dell’operaio morto martedì mattina mentre lavorava nel cantiere di viale dello Sport.
“Siamo vicini alla famiglia del lavoratore, il cui dolore per una morte così improvvisa e lontana da casa fatichiamo anche solo ad immaginare”, dice il segretario Matteo Cicconi.
“Questa tragedia accaduta nella nostra città ci sbatte in faccia una realtà che troppo spesso viene ignorata o minimizzata: in Italia e nel mondo si continua a morire sul lavoro con una frequenza intollerabile. Una strage lenta e silenziosa che colpisce ogni anno centinaia di famiglie solo nel nostro Paese e di cui ci si ostina a parlare il meno possibile e solo quando è impossibile non farlo, come nel caso, recentissimo, dei due macchinisti morti nel terribile incidente ferroviario di Lodi”.
Aggiunge Cicconi: “Noi pensiamo che non sia tollerabile che si possa morire di lavoro a 65 anni mentre si è in cantiere. Non è accettabile aspettare che avvenga la tragedia per poi parlare un paio di giorni di sicurezza sul lavoro e rifiutiamo l’idea di derubricare ogni incidente sul lavoro alla categoria delle fatalità, quando è evidente a tutti che i lavoratori e le lavoratrici si trovano molto spesso a lavorare – per troppe ore alla settimana e per troppi anni – in condizioni terribili e precarie. È il sistema del lavoro stesso che mangia i suoi figli, noi riaffermiamo con forza la necessità di cambiarlo radicalmente”.