SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La nascita della tassa di soggiorno ha un giorno preciso: 29 marzo 2012. Quella sera il consiglio comunale approvò l’istituzione dell’imposta sugli hotel e ad osteggiarla trovò proprio chi oggi siede tra i banchi della maggioranza.
Gran parte del dibattito si concentrò sulla destinazione dei proventi, che gli uffici stimarono in 700 mila euro. A presentare un emendamento, bocciato, fu l’attuale assessore al turismo Pierluigi Tassotti. L’esponente del Pdl chiedeva, tra le altre cose, di destinare il 70% degli incassi alla riqualificazione del tratto nord del lungomare.
Pasqualino Piunti invece parlò apertamente di “carenza politica nel gestire la situazione in maniera concertata con altri Comuni della costa picena”. Il sindaco accusò inoltre la giunta Gaspari di annunciare solo a parole di voler usare quei proventi per il restyling del litorale.
Con la vittoria del centrodestra, la tassa di soggiorno non è stata abolita, né è stata prevista una quota specifica da destinare al completamento del lungomare.
L’unico intervento, per ora solo comunicato nella riunione dei capigruppo, prevede l’incremento da 50 centesimi a 1 euro dell’imposta per quel che riguarda B&B e hotel a una stella.