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Stoccaggio gas, il Comune pronto alla nuova battaglia. Richiesta al Ministero di interrompere definitivamente il progetto

La volontà è inclusa nella bozza della mozione che andrà prima in commissione e successivamente alla votazione del consiglio
Pubblicato il 8 Novembre 2022

SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Una nuova mozione, da presentare in commissione lavori pubblici e, in seguito, da votare in maniera compatta in consiglio comunale. L’amministrazione riaccende i fari sulla questione Gas Plus andando a rinnovare quanto già fu deliberato nel novembre 2012 in merito alla possibile realizzazione di una centrale di stoccaggio del gas all’Agraria.

La bozza del documento, che verrà illustrata mercoledì pomeriggio, contiene all’interno la promessa di “monitorare costantemente la situazione dell’iter sia dal punto di vista procedurale sia legale/amministrativo e di impegnarsi pertanto a resistere ad eventuali ricorsi amministrativi da parte della Gas Plus”, di “inoltrare al Ministero della Transizione Energetica ed al Ministero dello Sviluppo economico richiesta di chiudere definitivamente il progetto con il rigetto definitivo dello stesso” e di coinvolgere nella richiesta ufficiale anche i comuni interessati nella procedura (Monteprandone, Colonnella e Martinsicuro), la giunta regionale e i parlamentari del territorio.

E’ notizia dei giorni scorsi che la Gas Plus ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro il decreto ministeriale che ha negato la proroga del provvedimento di compatibilità ambientale del 2014 per la realizzazione dell’impianto. Ecco allora la necessità dell’ente di tornare ad alzare la voce: “Nel territorio di San Benedetto non si possono escludere fenomeni di liquefazione delle sabbie che, a seguito di un terremoto, potrebbero causare fenomeni di galleggiamento dei serbatoi interrati utilizzati per lo stoccaggio del gas metano”.

Centrale pure il discorso legato all’immagine: “Avendo la nostra città ed il suo territorio una vocazione prevalentemente turistica, l’allocazione dell’impianto risulterebbe deleteria per lo sviluppo turistico auspicato”.

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