Venerdì sera al Parco Wojtyla il candidato sindaco Antonio Spazzafumo e diversi esponenti della coalizione hanno incontrato i rappresentanti dei Comitati di Quartiere. In linea generale si è parlato di uno sviluppo progettuale che tenga conto di tutta la città nel suo complesso, una città verde, pulita e sicura.
“Tutti devono essere consapevoli che dietro di me ci sono persone con esperienza e professionalità, capaci di poter governare la città e mettere in atto un cambiamento epocale”, ha spiegato Spazzafumo. “Per vincere bisogna fare squadra. La nostra è un’idea libera che guarda solo ai progetti per la città. La mia idea politica è quella del dialogo, del confronto, per un progetto costruttivo e lungimirante. Dobbiamo creare un sistema San Benedetto del Tronto, una sorta di brand che possa essere da esempio anche per le altre città. San Benedetto deve avere in qualsiasi angolo dei luoghi di aggregazione belli e curati.”
Si è parlato anche della macchina comunale e di come una città come San Benedetto non può vivere con disorganizzazione: “L’Amministrazione Comunale deve comunicare all’interno e verso l’esterno ed essere digitalizzata”.
Sull’urbanistica è intervenuto Bruno Gabrielli: “L’obiettivo principale è quello di realizzare un nuovo piano regolatore generale. Ecco alcuni spunti dal nostro programma: contenimento del consumo di suolo, rigenerazione di suolo già urbanizzato e progetti che tengono conto anche dei cambiamenti climatici, interventi di microforestazione urbana, salvaguardia della zona umida della Sentina, riqualificazione delle foci dei torrenti. I concetti chiave sono la gestione del verde e quella dell’acqua attraverso un’economia circolare. Progetti che portano un contributo attivo alla città attraverso logiche di collaborazione. Diamo una lettura al presente guardando al futuro”.
Domenico Pellei si è invece soffermato sull’associazionismo: “Oggi c’è uno scollamento in atto, invece bisogna mettere in rete tutte le numerose associazioni di San Benedetto. Sono stati distribuiti oltre 800.000 euro di buoni spesa e ad oggi non abbiamo un’idea di dove sono stati distribuiti e dei dati sulle necessità e sui bisogni di ogni quartiere. Oggi non c’è un coordinamento e mancano le risposte“.
Immancabile la questione sanità. “L’ospedale va sicuramente ripensato ma dovrà restare a San Benedetto”, ha precisato Spazzafumo. “Deve essere un luogo fruibile, accessibile e dovrà offrire tutti i servizi degni di una città come San Benedetto”. Sulla stessa lunghezza d’onda Giorgio De Vecchis: “Fare un unico ospedale a Pagliare significava andare contro gli interessi di numerosi abitanti con enormi costi indiretti, soprattutto per chi si sarebbe dovuto spostare. I dati parlano chiaro, San Benedetto ha un bacino di utenza che consente la creazione di un ospedale di primo livello”.