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Spazzafumo, durissima replica a Cava: “La Harley Davidson pagata con i miei soldi, guadagnati col sudore”

Il candidato sindaco di Libera: "Questa campagna elettorale me la sto pagando da solo, forse riceverò l’aiuto di qualche amico"
Pubblicato il 20 Settembre 2021

Una replica dura, in certi momenti strozzata dall’emozione. Antonio Spazzafumo risponde senza mezzi termini a Luigi Cava che lo aveva criticato per essersi fatto fotografare al porto in sella ad una Harley Davidson: “Se sono a bordo della Harley è perché me la sono pagata con i miei soldi, guadagnati col sudore della fronte. Ho lavorato anche 18 ore al giorno. Lui non sa cosa sia il valore del sudore. Questa campagna elettorale me la sto pagando da solo, forse riceverò l’aiuto di qualche amico. La sobrietà per quanto mi hanno insegnato le mie umili origini non è da ritrovare nello stile di pura facciata, bensì nell’onorare la parola data, nell’equilibrio delle valutazioni, nella franchezza delle posizioni e soprattutto nell’onestà intellettuale di chi, come me, vuole migliorare la condizione di vita delle persone a prescindere dalle differenze culturali, economiche ed ideologiche”.

Il candidato sindaco di Libera fa quindi riferimento al padre, morto quando lui aveva meno di vent’anni: “Gli fu diagnosticato un tumore ai polmoni, si era appena imbarcato per New York. Sapevo che sarebbe morto, improvvisamente crollarono le mie certezze”.

Prosegue Spazzafumo: “Per me che sono di origine marinare più che un luogo di fatica, dolore e sofferenza, come dice Cava, il porto è un posto magico dove da secoli si intrecciano gioia, sudore, lavoro e speranza. I luoghi della sofferenza sono ben altri: ospedali smantellati, piscine chiuse, sporcizia in ogni angolo, opere incompiute, degrado dei parchi pubblici e di intere zone dedicate all’edilizia popolare”

Ritenuto impreparato dal coordinatore di Fratelli d’Italia, l’imprenditore sambenedettese ribatte a tono: “Lei ha ragione quando dice che non ho esperienza nella politica delle complesse procedure della pubblica amministrazione. In tutti questi anni sono rimasto chiuso ad amministrare le mie “botteghe”, ermeticamente chiuse a tutte le vicende esterne, e che non certo per solo tocco divino sono diventate aziende di importanza nazionale, che danno benessere al sottoscritto e a tutta la comunità che rappresento. Una cosa, però, l’ho capita: le dinamiche politiche nazionali sono molto diverse da quelle locali; non si può spingere “col naso turato” il colore o il partito in voga nel momento se questo a livello territoriale negli anni non ha soddisfatto le aspettative dei cittadini. Per questo mi rivolgo ai suoi elettori e simpatizzanti, affinché si possano sentire liberi di valutare in modo oggettivo l’operato degli uomini di partito che sino ad oggi hanno amministrato questa bellissima città, affinché scelgano per il proprio bene e per il bene della comunità di cui fanno parte. Se dovessi essere io a governare questa città assieme al gruppo di persone che in questi ultimi anni non sono state insieme ma che si sono sempre confrontate e rispettate nelle proprie ideologie differenti e che ora – per il bene comune – hanno deciso di lavorare assieme, cercherò di farlo da buon padre di famiglia. Sicuramente potrò commettere degli errori sempre in buona fede, avendo però l’umiltà di chiedere scusa, cercando di migliorare con l’aiuto di tutti i cittadini – indistintamente dal loro credo politico – perché tutti possiamo sbagliare, ma l’importante è non perseverare”.

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