SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Purtroppo dei buoni propositi illustrati dall’assessore Pellei si è persa traccia. Non si intravede minimamente il principio di equità e salvaguardia delle famiglie con reddito basso”. L’ex assessore alle finanze Roberto Bovara critica la decisione dell’amministrazione comunale di effettuare degli sgravi sulla Tari in favore di famiglie numerose.
“Pellei ci spiega che la logica politica di bilancio non è solo di trovare l’equilibrio finanziario ma è anche di cercare una equità incidendo meno sulle persone con redditi più bassi. Noi del Psi qualche giorno fa suggerivamo di trovare il sistema di parametrare i vari tributi al quoziente reddituale familiare.
Ed è per questo che riteniamo la dichiarazione fatta in premessa dall’assessore Pellei sulla logica politica di bilancio sia in parte condivisibile, poi su come raggiungere tali obbiettivi abbiamo una visione totalmente diversa”.
L’idea è quella di effettuare una riduzione del 25% sulla parte variabile per le famiglie composte da 6 o più componenti. “Si prendono come parametro di riferimento l’età, il numero dei componenti del nucleo famigliare e i metri quadrati degli immobili, identificando la famiglia come ammortizzatore sociale senza tener conto del reddito familiare. Crediamo sia doveroso ricordare che la tassa sui rifiuti anni fa veniva calcolata e pagata solo in base ai metri quadri. E’ evidente che questo sistema di calcolo è iniquo, l’immondizia viene prodotta dalle persone e non dai metri quadrati dell’immobile, va anche ricordato che la tariffa Tari mista venne ben accolta, in effetti il tributo così calcolato ha un minimo principio di equità”.
Insiste Bovara: “Questa delibera ci porta indietro nel tempo e ci dice che non sono le persone che producono rifiuti, ci dice che le fasce deboli si identificano con il numero dei componenti della famiglia e non dal reddito familiare. E’ evidente che gli sgravi Tari così come strutturati vanno a cozzare con il regolamento Tari. Nello specifico, per assurdo si rischia che a parità di metri quadri abitativi un nucleo familiare numeroso paghi meno Tari di un nucleo famigliare ridotto è chiaro che più componenti significa più rifiuti e più costo di smaltimento in discarica. Inoltre si giustifica questa scelta definendo la famiglia ammortizzatore sociale ma senza tener conto del reddito familiare. Gli ammortizzatori sociali sono definiti tali perché vanno ad equilibrare temporaneamente situazione di criticità economica e l’eventuale erogazione di contributi o sgravi è sempre condizionata dal reddito. Abbiamo l’impressione che questa delibera vada nella direzione di riconoscere un premio alla natalità, ai nuclei famigliari numerosi, ma se così fosse ricordiamo che lo Stato ha emanato diversi bonus per la famiglia, comunque sempre condizionati dal modello Isee. Noi crediamo fortemente che debba essere sempre il reddito a condizionare e fare da ago della bilancia per individuare le fasce deboli da supportare con sgravi o incentivi, non è e non può mai essere il numero dei componenti di un nucleo familiare a dar diritto a sgravi o contributi”.
Conclude Bovara: “Il documento si perde nei meandri di date anagrafiche, metri quadrati, stati di famiglia, creando a nostro parere difficoltà nell’individuazione e controllo degli aventi diritto. Con il semplice modello Isee sarebbe stato tutto più facile ed equo. Sarebbe interessante sapere quanti nuclei familiari nella nostra cittadina hanno diritto agli sgravi Tari così come deliberato e che importo si è preventivato per gli stessi. Abbiamo la percezione, non la certezza che famiglie composte da moglie, marito e quattro figli studenti, non ne sono tante in città, se poi sono composte da genitori e figli che lavorano, o nonni pensionati, per noi dato che sono in tanti a produrre rifiuti e in diversi a produrre reddito, gli sgravi Tari sono inopportuni”.