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Sanità, De Vecchis: “Niente specializzazioni nelle Marche, mobilità passiva a livelli critici”

Il consigliere comunale lancia l'allarme: "In un anno persi oltre 9 milioni di euro in prestazioni extraregionali"
Pubblicato il 10 Maggio 2017

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Cambia il presidente ma la sanità marchigiana è sempre più perdente. La mobilità passiva extraregionale è passata da 112.6 milioni di euro nel 2014 a 121.8 milioni nel 2015. Un incremento di 9.2 milioni che in un solo anno è pari all’8.18%”. Questo il dato allarmante che il consigliere comunale Giorgio De Vecchis ha sottolineato dalla relazione di bilancio di esercizio dello scorso anno sulla sanità regionale. “Sono oltre 30mila i marchigiani costretti a curarsi fuori regione – denuncia De Vecchis – Oltre 2mila in più rispetto all’anno precedente”.

Il rapporto analizzato dal capogruppo di Ripartiamo Da Zero parla chiaramente di un peso notevole della mobilità extraregionale per il trattamento delle acuzie, per le lungodegenze e per le riabilitazioni, che sono passati dall’11.8% nel 2011 al 13.4% nel 2015. A beneficiare maggiormente della “fuga dei pazienti” marchigiani sono le regioni di confine, con l’Emilia Romagna in testa con un peso sulla mobilità passiva totale del 48%. Segue la Lombardia con il 13%, unica eccezione nell’andamento per la presenza importante di centri ospedalieri altamente specializzati. Al terzo posto l’Umbria, con l’8%. Chiudono Lazio, Abruzzo e Toscana con il 6% ciascuna.

“Mentre i pesaresi approdano alle alte specializzazioni della vicina Emilia Romagna – chiosa De Vecchis – Noi della “Marca Sporca” dobbiamo andare lontano, perché non abbiamo alte specializzazioni vicine”.

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