SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “La nuova maggioranza politica che governa la Regione Marche dal 2020 taglia i fondi per il personale sanitario”. L’accusa giunge dal Movimento Cinque Stelle che lamenta la disparità di trattamento ai danni dell’azienda sanitaria territoriale del Piceno.
“Al contrario, in campagna elettorale si assumeva un impegno formale attraverso il proprio programma di coalizione, proclamando l’intenzione nello “sviluppo della medicina di prossimità e della medicina territoriale” e nell’“incremento dell’organico dei medici e operatori sanitari”. Impegno che era stato poi ribadito dal nuovo Governatore delle Marche, quando il 21 settembre 2020, dalla sala stampa di Palazzo Leopardi, il Presidente Acquaroli in maniera solenne aveva detto di voler dare corso immediato ad alcune priorità, tra cui “l’impegno a perseguire una riforma sanitaria rispondente, con equilibrio, alle esigenze di tutti i territori”. Il Movimento 5 Stelle lo aveva detto forte e chiaro durante la campagna elettorale per le elezioni regionali del 2020: la prospettiva di avere un governo regionale peggiore di quello precedente era più che concreta: vedendo i risultati di questa giunta, la situazione appare persino peggiore delle nostre peggiori aspettative. Non hanno mantenuto una promessa che sia una”.
I pentastellati evidenziano come l’Ast di Ascoli Piceno riceverà circa 2 milioni di euro in meno rispetto all’anno precedente. A nulla sono valse le proteste delle varie sigle sindacali per cercare di riequilibrare i fondi da destinare ad una provincia dove la sanità è da tanto tempo allo sfascio. Appare chiaro che l’attuale coalizione di maggioranza in regione stia operando con gli stessi metodi con cui sta governando il paese la loro leader, mostrando di non avere alcuna capacità gestionale con il risultato di accentuare, invece che porre riparo, alle diseguaglianze territoriali, cosa di cui in questo momento certamente non avremmo bisogno. Il Piceno ha visto crescere a dismisura la Sanità privata convenzionata a scapito della pubblica che, dovendo riferirsi allo stesso mercato, subisce ogni giorno un continuo ridimensionamento. Per capirlo basta andare a prenotare una visita specialistica al “Madonna del Soccorso”. Se le prenotazioni non sono chiuse – sembra capiti sempre più di frequente – ti danno un appuntamento a 6/8 mesi, oppure quando va bene ti fanno fare centinaia di km in giro per le Marche. Presso una qualunque clinica privata l’appuntamento si ottiene quasi sempre entro il mese. L’utente è costretto di conseguenza a rivolgersi al privato a pagamento, non certo in convenzione, ed è quello che vuole la politica. La colpa della situazione della sanità pubblica nel Piceno non è certamente solo dei politici di destra, che governano solo da qualche anno; decenni di personaggi di sinistra hanno fatto migrare la sanità pubblica del Piceno verso quella privata con un’incidenza nel bilancio del 35% circa contro una media regionale del 7%. In conclusione crediamo di poter dire constatare amaramente ancora una volta che nulla è cambiato nella sanità picena. Detto questo ci chiediamo cosa stiano facendo in regione i consiglieri eletti dai cittadini del Piceno, in particolare quelli della maggioranza che hanno ricevuto ben 7824 preferenze dai cittadini sambenedettesi. La denunciata grossa sforbiciata di fondi per il personale sanitario del Piceno ha naturalmente come rovescio della medaglia che la maggior parte dei contratti di assunzione a tempo determinato non saranno rinnovati e 27 coordinatori sanitari che svolgono le relative funzioni non potranno essere retribuiti con la relativa indennità”.