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San Benedetto, esplode il caso della Beach Arena. Ciferni: “E’ una struttura pubblica trattata come privata. Non possiamo nemmeno usare le docce”

Le comunicazioni di settimana in settimana, se non il giorno prima per il giorno dopo, non ci hanno mai permesso una seria programmazione che è alla base di ogni progetto sportivo
Pubblicato il 26 Agosto 2024

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Esplode la “grana” Beach Arena. Il Vicepresidente della Stella del Mare Roberto Ciferni, che è anche l’uomo che ha creato l’epopea del beach soccer sambenedettese denuncia quella che definisce una gestione di una cosa pubblica come se si trattasse di qualcosa di privato , “E’ davvero difficile utilizzare la nostra beach arena soprattutto negli orari pomeridiani e serali – afferma Ciferni -. Dico nostra in quanto ricordo che è un impianto pubblico costato ben 200.000 euro di soldi pubblici ma che purtroppo viene gestito come se fosse di proprietà”.




Ciferni afferma di aver chiesto più volte “la programmazione settimanale dell’impianto che dovrebbe essere pubblica, non ci è stata mai fornita, con essa avremmo potuto aprire un confronto alla luce del sole che purtroppo non c’è mai stato, evidentemente si cerca di mantenere uno status quo. Gli spazi che ci sono stati assegnati di settimana in settimana sono stati scelti tra i pochissimi messi a disposizione dal gestore e che hanno soddisfatto solo parzialmente le nostre esigenze, inoltre le comunicazioni di settimana in settimana, se non il giorno prima per il giorno dopo, non ci hanno mai permesso una seria programmazione che è alla base di ogni progetto sportivo”.

“E per finire non abbiamo mai potuto utilizzare gli spogliatoi con le docce mentre altri soggetti le utilizzavano quotidianamente, anche questo inconcepibile. Eppure siamo sambenedettesi anche noi e chiediamo quindi all’amministrazione comunale pari dignità, pur essendo ben consci di militare in una categoria inferiore nel beach soccer e quindi di non poter pretendere i migliori spazi, ma di spazi che tengano presente le nostre piccole esigenze e la disponibilità di servizi dignitosi, sicuramente si. Pensavamo di migliorare la situazione con il tempo invece il problema persiste ormai da due anni e quindi oggi a fine stagione ci chiediamo già cosa ci aspetta nel 2025. Sappiamo che la convenzione con il gestore scade a fine anno quindi ci mettiamo a disposizione se ce ne fosse bisogno ma soprattutto, chiediamo condizioni migliori per far crescere i nostri progetti incentrati sui giovani, continuare in queste condizioni è veramente difficile se non impossibile”.

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