SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Il Comune di Anzio firmò un provvedimento simile al nostro, ma il Tar gli ha dato torto”. Pasqualino Piunti ha spiegato i motivi che l’hanno spinto a rivolgersi alla Prefettura per avere chiarimenti sulla validità del provvedimento adottato la scorsa estate assieme a Grottammare e Cupra Marittima in merito all’orario di apertura delle sale da gioco.
Esiste infatti una determina ministeriale che fa riferimento ad un accordo Stato-Regioni che cozzerebbe con l’ordinanza varata a luglio. Quest’ultima fissa il funzionamento degli apparecchi a partire dalle 14 per arrivare all’una di notte, mentre l’altra comunicazione non consentirebbe una chiusura superiore alle sei ore.
“L’ordinanza resta vigente – ha ribadito Piunti – ma non intendiamo prendere in giro i cittadini. Siamo convinti della bontà delle nostre azioni, è nostra intenzione che il documento non risulti inefficace”. Il primo cittadino ha ammesso che esiste un ricorso da parte di un esercente, che però non impensierisce l’ente: “Quando non si chiedono le sospensive i ricorsi non ci fanno né caldo, né freddo”.
Tornando al ‘conflitto’ con l’indicazione del Ministero, una via d’uscita, almeno provvisoria, ci sarebbe. “Ci possono essere provvedimenti diversificati, a patto che siano motivati da riscontri oggettivi”, ha spiegato il Comandante della Polizia Locale Giuseppe Coccia. “E’ evidente che non ci sia chiarezza su questo argomento”.
Ad oggi la sanzione per chi trasgredisce parte dai 2 mila euro e può toccare un massimo di 12 mila. In caso di reiterazione è prevista anche la chiusura del locale.
La polemica politica è comunque scoppiata, con la plateale protesta di Rosaria Falco: “Chi rispetta l’ordinanza si sente preso in giro. La lotta alla ludopatia non può essere un proclama. Anche se il provvedimento resta in vigore il Comune non correrà rischi di impugnazione, visto che nessuno lo fa rispettare. Ci arrivano continue segnalazioni, non ci risultano controlli effettuati. Inutile chiedere un parere al Prefetto, su quali basi avverrebbe?”.
Immediata la difesa di Coccia: “I controlli sono stati fatti, i verbali non sono numerosi, ma ci sono. Una volta è accaduto di entrare in una sala e di trovare tutte le persone al buio. Non abbiamo potuto accertare direttamente l’accensione e il gioco durante il controllo, quindi abbiamo mandato un quesito ai Monopoli per sapere se a quell’ora le macchinette erano in uso”.