SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Partito Democratico vira su Tonino Capriotti, il centrodestra invece bisticcia. A pochi giorni dall’ufficializzazione delle candidature in vista del rinnovo del consiglio provinciale, proseguono le discussioni e le trattative nelle rispettive coalizioni.
Una volta tanto è il Pd a mostrarsi unito e compatto. La rinuncia di Maria Rita Morganti a correre per un posto a Palazzo San Filippo ha spalancato le porte al consigliere renziano, che a questo punto potrà contare sul 100% delle preferenze provenienti dai banchi dei democrat. Un bottino non indifferente. San Benedetto (come Ascoli) è infatti considerato comune capofila e il voto di ciascun esponente varrà ben 603 punti. Dietro Grottammare e Monteprandone con 468, Cupra e Offida con 317 e Ripatransone-Acquaviva con 190.
Ad inizio settimana l’ipotesi di optare per l’esterno Marco Curzi aveva irritato i componenti dell’Unione Comunale, con l’ex sindaco Gaspari che si era fatto portavoce dei malumori dell’intero movimento. Esternazioni che, col senno di poi, si sono rivelate decisive.

Più complicata, come detto, la situazione tra le fila della maggioranza. A sorpresa, venerdì mattina, il leader di San Benedetto Protagonista Giovanni Chiarini ha presentato la propria candidatura, che si sommerebbe così a quelle di Valerio Pignotti per Forza Italia e Gianni Balloni di Fratelli d’Italia.
Il duello si trasforma in questo modo in una corsa a tre che affossa quasi definitivamente le chance della destra sambenedettese di promuovere un proprio rappresentante in Provincia.
Ecco allora che Pignotti potrebbe clamorosamente ritirarsi. Le riserve verranno sciolte nel weekend, ma è lampante il disappunto del giovane azzurro. Pallottoliere alla mano, il suo bottino non sarebbe tanto florido. Quindi perché andarsi a schiantare?
“La presenza di Forza Italia non è in discussione”, ripetevano i berlusconiani da diversi giorni. Tuttavia, se Pignotti mollasse, difficilmente si verificherebbe una sostituzione.
Si voterà l’8 gennaio e l’appuntamento riguarderà esclusivamente i consiglieri comunali del territorio piceno. Esclusi dalla partita i cittadini, che non avranno voce in capitolo.
Le provinciali diventano pertanto l’occasione ideale per alimentare rese dei conti e giochi politici più o meno palesi. Battibecchi che rischiano di innervosire un centrodestra che nei primi sei mesi di mandato ha ostentato la sua compattezza. Di certo, un ridimensionamento di Forza Italia non gioverebbe all’armonia all’interno dell’amministrazione comunale. E Piunti lo sa.