SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Pur comprendendo il disagio degli operatori della pesca in relazione alla grave crisi del comparto che si è ulteriormente acuita con l’aumento del costo dei carburanti non condividiamo l’impostazione della protesta orchestrata in questi giorni a San Benedetto dalla Coldiretti Pesca”. La presa di posizione arriva dall’associazione ‘Promotori del Parco Marino’, che fa notare come il mare sia stato pesantemente impoverito da una gestione governativa assente e dal “saccheggio indiscriminato” di specie allo stato giovanile.
“Le aree marine protette contestate da alcuni settori della pesca rappresentano invece il modo più efficace per dare risposte durevoli a tale problematica. Basti considerare che la protezione della Fossa di Pomo imposta dal luglio 2015 ha fatto si che in questi 8 anni il pescato di nasello si sia triplicato. Ma come succede quando aumenta l’offerta i prezzi calano. Nel nostro caso avendo un’asta al ribasso e non avendo un controllo sulla attività di prelievo si è verificato un forte deprezzamento e lo sviluppo di una vera e propria forma di sciacallaggio”.
L’associazione insiste: “Va assolutamente promossa una nuova impostazione nelle pratiche di pesca imperniate sul rispetto dell’ecosistema marino, sullo sviluppo di nuove professionalità e soprattutto sulla graduale sperimentazione di nuovi e più sostenibili attrezzi di pesca. L’importante è pero che le aree da proteggere non siano scelte a tavolino senza il coinvolgimento degli stessi pescatori. La loro conoscenza del mare è infatti imprescindibile per individuare nel loro stesso interesse le soluzioni più razionali ed efficaci per salvaguardare e ripristinare gli stock ittici. Sono questi i nodi su cui rivendicare con forza risposte e politiche di sostegno a beneficio della categoria da parte del Governo che purtroppo appare invece più interessato a cavalcare una protesta disorientata anche se causata da un comprensibile disagio”.