SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un anno fa brindava nella sede di Via Balilla e annunciava il “fuori tutti”. Dodici mesi dopo il fuoriuscito è lui. Per scelta, per necessità, per manifesta incompatibilità. Fatto sta che la storia tra Paolo Perazzoli ed il Pd si è bruscamente interrotta, non senza strascichi polemici.
“Mi contestano di aver abbandonato la nave che affonda? Ma io non ero il comandante – replica stizzito l’ex candidato sindaco – e poi non mi risulta che il Pd stia affondando. Magari ne è convinto Urbinati, per me il partito è semplicemente alla deriva”.
Perazzoli è deluso e sorpreso per le posizioni manifestate da chi un tempo gli era stato accanto. Uno di questi è Tonino Capriotti, che durante l’assemblea degli iscritti ha legato l’uscita di Perazzoli e Gaspari alla possibilità di una rinascita del movimento: “I problemi sono altrove, la questione è nazionale. E’ sbagliato puntare il dito contro me e Giovanni”.
Discorso a parte per Gianluca Pompei, per anni suo fedelissimo: “La sua evoluzione politica è evidente e nota da tempo. Mi stupisce piuttosto che non appoggi la mozione di Orlando, bensì quella di Renzi”.
Perazzoli ripensa a quella notte di marzo, quando la strada sembrava in discesa. “Poteva essere la premessa per una nuova grande pagina della storia di questa città. Qualcuno, con il grosso contributo di dirigenti del partito, ha lavorato per scriverne un’altra. Io sono fuori dal Pd, mentre chi ha lavorato contro il Pd è dentro”.