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Gli strani casi di Perazzoli, Curzi e Mandrelli. Chi sta con chi?

Caos in Consiglio tra le fila dell'opposizione. L'ex sindaco aderisce ai MoDemPro ma è ancora iscritto al Pd
Pubblicato il 9 Marzo 2017

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Chi sta con chi? Difficile capirlo. E se fa fatica la stampa a raccontare le dinamiche politiche dell’opposizione, figuriamoci coloro che il centrosinistra l’hanno votato.

Paolo Perazzoli, ad esempio, è fuggito dal Pd per approdare tra le fila dei MoDemPro. Ma ad oggi l’ex candidato sindaco è ancora un tesserato del Partito Democratico, dato che il 28 febbraio scorso è scaduto il termine ultimo per l’iscrizione relativa all’anno solare 2016. Risultato? Perazzoli è del Pd, parla a nome del Pd e partecipa alle conferenze del Pd. Per la felicità – si fa per dire – degli altri compagni di partito, che nemmeno una settimana fa l’avevano accusato di aver abbandonato la nave nel pieno della tempesta.

“Non avrebbe senso creare un nuovo gruppo in Consiglio – afferma lui – se perderemo il ricorso al Consiglio di Stato mi dimetterò e lascerò spazio ad altri”. Tuttavia, se il 6 aprile l’esito della sentenza fosse favorevole, ecco che si concretizzerebbe la permanenza in assise con la fondazione del gruppo consiliare dei Democratici e Progressisti. Insomma, un piede in due staffe. In tal senso il regolamento prevede che, in caso di presenza in Parlamento del gruppo di riferimento, si possa far richiesta al presidente Gabrielli.

Ed è la stessa strada che Perazzoli ha chiesto espressamente di perseguire a Marco Curzi, eletto nella lista Rinnovamento e Progresso e poi finito tra le braccia del Psi. “Fai domanda al presidente così mettiamo la parola fine a questo equivoco”, è stato il messaggio lanciato al consigliere comunale che, di fatto, non si identifica (e identifica) più l’associazione nata come lista civica a sostegno dello stesso Perazzoli.

C’è infine Flavia Mandrelli, che la passata primavera scese in campo con Uniti per San Benedetto. La civica era evidente espressione dei Socialisti: più della metà dei candidati era tesserata al partito e all’interno compariva pure il segretario locale del movimento Umberto Pasquali, che però taglia corto: “La Mandrelli non è iscritta al Psi e non risponde al Psi. Senza l’ingresso di Curzi, non avremmo esponenti socialisti in Consiglio”.

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