Angelini o Angelini. La presa di posizione di Peppe Giorgini, deciso a ribadire la necessità di candidare alla carica di sindaco l’esponente dei Cinque Stelle, non è affatto piaciuta a una buona fetta del Pd. Parole che hanno colto di sorpresa i democrat, che da mesi stanno portando avanti le trattative per arrivare ad un accordo di coalizione. Se però sul programma non sembrano esserci intoppi, le vere grane sorgono quando l’attenzione si sposta sull’individuazione del leader.
“Crediamo di avere un fuoriclasse come mai c’è stato a San Benedetto”, aveva dichiarato l’ex consigliere regionale a La Nuova Riviera. “Se il Pd avesse avuto un candidato come lui, noi lo avremmo appoggiato a occhi chiusi. Non accetteremmo nessun altro, a meno che non si proponga un nome che abbia pari o migliori competenze di Angelini. La Bottiglieri non ha fatto mai politica, sarebbe in grado di gestire una città così complessa?”.
La tensione è palpabile, soprattutto per le modalità e i toni utilizzati da Giorgini. In molti infatti pensano che non abbia troppo senso proseguire con incontri e mediazioni se una delle due parti ha già annunciato che non ha intenzione di recedere di un millimetro. Una parte del Pd, inoltre, spingerebbe per le primarie, così da aprire a Paolo Canducci e uscire da un avvitamento pericoloso soprattutto se si butta l’occhio al calendario.