SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Le elezioni di San Benedetto tengono ancora banco in casa Pd. Ad un anno e mezzo dalla cocente sconfitta, con il partito scivolato in riviera sotto l’8% dei consensi, il confronto è tornato ad accendersi in occasione della visita di Elly Schlein ad Ascoli con la dura presa di posizione di Ermanno Consorti.
“Ho preso la parola sostenendo che le divisioni che ci sono state alle ultime amministrative hanno indebolito il centrosinistra”, spiega lui. “Era chiaro a tutti che il sindaco uscente non fosse gradito alla città, c’era un giudizio negativo diffuso, chiunque fosse andato al ballottaggio avrebbe vinto. Ma il Pd non ha voluto indire le primarie, creando una spaccatura e raggiungendo risultato inconsistenti. Tutto questo è frutto di fratture passate profonde alimentate anche da chi oggi la sostiene”.
Consorti in quella tornata sostenne la candidatura di Paolo Canducci, in contrapposizione a quella di Aurora Bottiglieri. Lo stesso Consorti oggi appoggia la linea di rinnovamento della Schlein. “Non voglio che nella sua squadra avvengano riposizionamenti e movimenti che riportino ad atteggiamenti del passato”.
L’intervento ha generato inevitabili reazioni in sala, in primis del presidente dell’Unione Comunale Roberto Giobbi, oltre ad un comprensibile imbarazzo, dal momento che la candidata alla segreteria nazionale era totalmente ignara dell’accaduto: “Ha risposto che non conosceva la situazione, ma che si sarebbe informata. Ha ribadito che il Pd del futuro dovrà essere il partito dei confronti, pure accesi. Le decisioni per le candidature non saranno più prese dai capi, bensì attraverso le primarie. Sempre”.
