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“Parcheggi sull’Albula? Aumenteranno cemento e traffico”. L’allarme di “Fermiamo il Consumo di Suolo”

L'opinione del coordinatore del comitato Di Cosmo: "Quell'area deve restare un polmone attivo"
Pubblicato il 27 Ottobre 2022

SAN BENEDETTO DEL TRONTO
“Sembra che i nostri amministratori siano rinchiusi dentro una campana di vetro e abbiano smesso di prestare attenzione su quanto accade intorno a loro. Come se i cambiamenti climatici in corso – che ci stanno regalando un autunno mai stato così caldo-, la siccità seguita da catastrofi atmosferiche (dobbiamo ancora seppellire i morti nelle province di Ancona e Pesaro) e, per quel che ci riguarda più da vicino, il fatto di continuare ad essere una delle città più inquinate da polveri sottili delle Marche con, oltretutto, un non invidiabile primato di cementificazione, di consumo e malgoverno del suolo”. Lo afferma il coordinatore del comitato “Fermiamo il Consumo di Suolo” Maurizio Di Cosmo intervenendo sulla possibilità della realizzazione dei parcheggi sopraelevati sull’Albula

“Ciononostante – spiega Di Cosmo – facciamo appello al buon senso ed alla buona politica. San Benedetto ha bisogno di cambiare decisamente le politiche urbanistiche! Ma come!?, abbiamo appena fatto opere per la messa in sicurezza dell’Albula che già pensiamo a come assalirlo di nuovo?! Col risultato di aggiungere altro cemento ed aumentare notevolmente il traffico automobilistico nel cuore della città?! Assurdo! L’Albula è e deve rimanere un polmone attivo della città. E’ vero che ha bisogno di una decisiva sistemazione per eliminare il degrado; ma questa deve riguardare, oltre alla zona umido/naturalistica alla foce su cui siamo d’accordo, la riacquisizione usufruibile del suo spazio, pedonale e ciclistico, a favore dei cittadini e dei turisti con la realizzazione di un corridoio ecologico, almeno da v.le De Gasperi in giù. E’ il massimo che il torrente possa subire, rispettandone al massimo i suoi spazi naturali”.

“Non dobbiamo nemmeno pensare “solo” ad eventuali e future tragedie, come il passato purtroppo ci insegna. Dobbiamo anche pensare al futuro della città, alla sua capacità di essere accogliente, vivibile e respirabile. Fattori decisivi per poter pensare ad un necessario sviluppo innovativo e qualificato del ns. turismo. Perseguire tali obiettivi significa affermare scelte urbanistiche (viabilità, trasporti privati e commerciali) che puntino a tenere ai margini della città il traffico privato, con parcheggi e navette, come del resto si è iniziato a fare la scorsa estate nella zona stadio. Meno auto significa meno inquinamento e più spazi liberi per le persone, per la mobilità dolce, per riconquistare una via o, addirittura, una piazza e, dunque, una nuova socialità. Al di là delle auto, quella di tombare/ostruire di nuovo l’Albula è un gravissimo errore ed è contrario alla Legge n.183 del 1989 conquistata per la difesa dei suoli e delle acque dopo un lungo iter parlamentare iniziato proprio subito dopo l’alluvione di Firenze”.

Di Cosmo guarda all’opera come ad “un’altra grave ferita per la città”. “Per impedire nuovi scempi oggi e domani, facciamo appello alla mobilitazione dell’intera cittadinanza, delle forze democratiche ed ambientaliste. Bisogna fermare la politica dei piccoli interessi privati e speculativi e, sopra le sue ceneri, edificare una nuova idea di città che smetta di guardare al proprio particolare e ampli lo sguardo all’Europa ed alle pesanti sfide lanciate dal ns. pianeta e già raccolto dai giovani. Sono già diverse le battaglie che il nostro coordinamento sta portando avanti. Faremo fino all’ultimo anche questa, consapevoli che l’eventuale ns. sconfitta è la stessa identica di quella che subirebbero tutti i sambenedettesi”.

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