SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Il Comitato Fermiamo il Consumo di Suolo interviene in merito al progetto di parcheggi in zona Sentina.
“Ancora una volta ci troviamo di fronte al più classico degli schemi – osserva Daniele Primavera – un ente pubblico, il Comune di San Benedetto, del tutto privo di una visione urbanistica di prospettiva e inadempiente rispetto ai suoi obblighi pianificatori e realizzativi, e un privato che – come sempre quando si crea un “vuoto” pronto a essere riempito – si sostituisce nell’ideazione, nella proposta, nella progettazione degli spazi pubblici. A tal punto che da giorni si discute di un progetto che in Comune neppure è arrivato, e dunque non può davvero essere vagliato e discusso con cognizione di causa da chi è eletto per esaminarlo, comprenderlo, e in definitiva giudicarlo. A quanto pare una esigenza pubblica – quella pianificatoria – viene trattata in modo privatistico non solo dai proprietari dell’area che ovviamente lavorano incessantemente per il proprio vantaggio ma persino da chi, come l’assessore all’urbanistica, di fatto rappresenta l’ente che dovrebbe guidare lo sviluppo della nostra città, eppure lo esautora da una compiuta analisi. In tutto questo, i cittadini sono sotto scacco: perché se il Comune non fa il suo dovere si resta subalterni alle proposte del privato, che ha come unico merito quello di disporre della proprietà materiale delle aree”.
Spiega Primavera: “Se vuole costruire residenziale, si discute di questo; se vuole fare un impianto sportivo, di quest’altro; se vuole fare un parcheggio, ecco che discutiamo di parcheggi, in modo totalmente estemporaneo. Oggi si parla quindi – per scientifica responsabilità pubblica – di quello che vuole Massi, dove lo vuole Massi, come lo vuole Massi; eppure le scelte che riguardano la destinazione dei suoli non sono affatto demandate ai proprietari ma, toccando beni comuni, sono assegnate alle amministrazioni, che dovrebbero essere le prime a tracciare obiettivi, strategie e visioni. Cose che non si sono viste con Spazzafumo, né con Piunti, e purtroppo manco con Gaspari: di fatto a San Benedetto non si riescono a fare dagli anni ’80. Ho letto invece sui giornali le obiezioni in merito sollevate da Giorgio Mancini e Cambia San Benedetto, che trovo largamente condivisibili”. Primavera è critico in tal senso nei confronti della risposta di Massi a Mancini tacciandolo di voler trasferire il dibattito sul piano personale.
L’ex esponente di Rifondazione Comunista non lesina poi critiche all’amministrazione: “Manca ancora una volta la sua voce. L’assenza trasforma il confronto necessario in una rissa mediatica tra persone, in cui è il proponente privato che interloquisce con la cittadinanza e le forze politiche, invece che gli assessori competenti pagati per occuparsi proprio di questo aspetto. Perché, lo ricordo, da quando gli assessori non hanno più poteri tecnici ed esecutivi diretti, e cioè se non sbaglio una trentina d’anni, l’unica ragione – oltre all’approvazione degli atti di giunta – per cui gli assessori esistono e vengono pagati è che si occupino politicamente dei progetti, e cioè agiscano da gestori e mediatori che, prendendosi le responsabilità politiche delle scelte, evitino che queste si tramutino in risse tra fazioni contrapposte, privati interessati e forze politiche. Leggo che lo stesso Massi, molto attivo su molti fronti, si sta muovendo anche sulla questione Samb. Non mi occupo di calcio ma ho letto che molti tifosi vedono di buon occhio l’impegno di imprenditori locali nella gestione della società sportiva. Non posso che essere d’accordo, una Samb legata al territorio è una opzione sempre suggestiva. Tuttavia se Massi immagina di impegnarsi anche su quel fronte rispondendo a ogni critica con “vediamo se a casa tua è tutto regolare” beh, non mi pare di buon auspicio, e forse varrebbe la pena farci qualche riflessione in più”.