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Ospedale, Falco: “Il comitato non si fida delle promesse, Piunti deve alzare la voce. L’ospedale è quasi vuoto ma stanno tutti tergiversando”

L'affondo della consigliera comunale: "Per quanto dobbiamo fare i conti con questa sudditanza verso Ascoli?"
Pubblicato il 12 Maggio 2020

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Il sindaco si fida delle garanzie dell’Area Vasta? Il comitato no”. Rosaria Falco avanza tutta una serie di perplessità e annuncia battaglia sulle sorti del Madonna del Soccorso dopo che, ieri sera, sono arrivate le nuove dichiarazioni di garanzia del direttore generale Cesare Milani il quale, in un colloquio con Piunti, è tornato a garantire il ripristino del nosocomio sambenedettese. “Il sindaco dovrebbe alzare un po’ di più la voce – afferma la consigliera comunale – e fidarsi un po’ di meno delle rassicurazioni che arrivano da settimane relativamente al ritorno alla normalità del Madonna del Soccorso. Io lo dico apertamente: non mi fido. Il comitato non si fida”.

Sul ritorno alla normalità non esiste, effettivamente, una data certa. Neppure un periodo. In via ufficiale non è stato comunicato né sono stati mostrati i protocolli che dovranno essere applicati per tornare alle vecchie maniere: “Attualmente la Murg è libera, Geriatria sta per essere svuotato – spiega la consigliera -. Al quinto piano, dove c’è Pediatria, hanno anche dato la cera. Abbiamo sette piani di ospedale per pochissimi ricoverati e la struttura sarebbe utilizzabile creando dei percorsi puliti? Perché non li creano? Per quale motivo stanno tergiversando? Per questi motivi io non mi fido di tutte queste garanzie quando non hanno ancora neppure creato un percorso “pulito” di accesso al Pronto soccorso”.

“E’ per questo motivo – insiste Falco – che è ora che occorre portare avanti la battaglia e non dopo. Il comitato ha sempre anticipato le mosse di chi sta remando contro il nostro ospedale e lo farà anche adesso. Ed anche il sindaco Piunti dovrebbe opporsi a questo stato di cose ma non lo fa. Per quanto dobbiamo continuare a farei conti con questa specie di sudditanza nei confronti di Ascoli favorendo uno stato di cose che vedono alcune amministrazioni, come quella ascolana, conniventi ed altre, come quella sambenedettese, praticamente morte”.

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