SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Il gruppo lavoro al quale è stata assegnata la sanità aveva previsto, a consuntivo, questo semi epilogo negativo. Cioè a dire, che la programmazione sanitaria essenziale, quella che interessa al cittadino è passata in secondo piano, mentre l’edilizia sanitaria che interessa gli imprenditori sta ricevendo maggiore interesse politico”. Torna a tuonare Orgoglio Civico sul tema della sanità locale.
“A ciò aggiungiamo che, perdere pezzi del servizio pubblico per cederli al privato, dubitiamo siano procedure che si possano consentire. Per far coincidere le due condizioni operative, programmazione sanitaria ed edilizia sanitaria, occorrerebbe una capacità gestionale al di sopra delle attuali messe in campo. Il piceno è la prova provata del papocchio creato. Pertanto ci rivolgiamo a tutte quelle forze civiche e politiche, che non si riconoscono in questo percorso di progettualità sanitaria, proposto da questo centro sinistra, affinché si lavori per un nuovo modello sanitario. A breve presenteremo la nostra proposta, alternativa, che riguarderà tutto il territorio regionale ed in particolare per questo territorio”.
Prosegue Benito Rossi: “Il teatro sul numero degli ospedali nel Piceno, a cui stiamo assistendo, è semplicemente ridicolo. La fusione tra ex zona 12 e ex zona 13, poi tramutate in asur5, avrebbe dovuto far emergere le migliori professionalità ed i migliori servizi nei due ospedali, ma così non è andata, nonostante permangano ancora tutte le potenzialità necessarie, a volte non valorizzate.
Purtroppo il progetto di integrazione tra le due ex zone 12 e 13 e’ stato fatto fallire per manifesta incapacità politica e la grande fuga dei medici ne rappresenta la cartina torna sole. Quando, 15/20 anni fa contestavamo questo modello sanitario, eravamo definiti dalla stampa, bastian contrari, ora invece si cercano i responsabili, quando invece sono sotto gli occhi di tutti. Non è quindi questione di edilizia sanitaria ma di politica sanitaria per i cittadini. In capo a tutto, il peccato originale risiede nella creazione delle 5 aziende sanitarie regionali, ma avremo modo di tornare sull’argomento.
La proposta dell’ospedale unico nel Piceno, pertanto, rappresenta una ulteriore formula di taglio alla sanità per l’estremo sud Marche, salvaguardando invece le grandi spese per il nord marche. Sostenere addirittura tre ospedali, ne rappresenta la barzelletta estiva. Riguardo poi il pronto soccorso di san benedetto, stendiamo un velo pietoso, auspicando almeno la decenza del silenzio. Pensare a tre pronto soccorsi nel Piceno con accesso ai 4 codici di urgenza, con assistenza di tutte le specialistiche significa veramente prendere in giro la gente, perché la spesa non è sostenibile”.