Incendi dolosi, portoni sfondati, urla e bestemmie. I residenti di via Laberinto tornano a protestare e a segnalare all’amministrazione comunale i problemi presenti nella storica via del centro.
Il tema è stato al centro della riunione del quartiere Albula, alla quale hanno partecipato diversi esponenti della maggioranza, con a capo il vicesindaco Tonino Capriotti.
“Le telecamere di videosorveglianza sarebbero un deterrente”, osservano in coro gli abitanti. “In via Mentana la presenza delle telecamere ha portato allo svuotamento della strada e tutti i ragazzi si sono spostati proprio in via Laberinto. Perché non fare la stessa cosa?”.
I problemi esplodono generalmente dopo le 2 di notte, quando il turno dei vigili giunge a conclusione. Per evitare l’assembramento dei giovani si era arrivati a chiedere la rimozione di una panchina collocata a ridosso della chiesa di San Giuseppe. Tuttavia, nel corso dell’incontro si è sollevata l’opinione contraria, supportata da una raccolta firme: “La domanda di spostamento è ridicola, gli schiamazzi non cesserebbero. Le cause vanno individuate altrove”. In tal senso, nel mirino finisce l’illuminazione della strada, ritenuta scarsa. Non piacciono infatti i fari a muro che potrebbero essere presto sostituiti con dei pali a braccio. “Stiamo attendendo la risposta della Sovrintendenza – spiega Capriotti – se entro un mese non ci risponderanno, provvederemo ad installarli ugualmente”.
Sempre Capriotti, infine, rispolvera una vecchia idea che la giunta Gaspari avanzò nel periodo in cui a preoccupare era la situazione di via Mentana: “Realizzate delle iniziative, il comitato di quartiere può farsi promotore. Diventerebbero un deterrente. Se si occupa piazza Matteotti con delle manifestazioni, i ragazzi potrebbero essere attratti da altro”. Soluzione intrigante che però non terrebbe conto di un piccolo dettaglio: i disagi in via Laberinto partono a notte fonda.