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“No alla sdemanializzazione. La spiaggia torni pubblica”

Pubblicato il 14 Ottobre 2013

“La risposta alle esigenze dei concessionari di spiaggia non può essere la svendita di un bene pubblico”. La voce è quella di Daniele Primavera ma il concetto è di tutta la Federazione provinciale di Rifondazione Comunista. L’interrvento è sulla Bolkenstein, o meglio, sulle ultime novità che arrivano da Roma e che vedono il Governo pronto ad aggirare le aste sdemanializzando l’area dove insistono le strutture degli chalet.

“Ribadiamo l’assoluta contrarietà – afferma Primavera – a questo provvedimento. La spiaggia deve restare, anzi, deve tornare ad essere un bene pubblic, e anche quando messa “a reddito” da privati che vi insistono con le loro attività, non deve perdere la propria caratteristica di inalienabile bene comune”.

Quella di Rifondazione non è una guerra ai concessionari. Tutt’altro.

“A fronte delle comprensibili e legittime rimostranze dei concessionari balneari, che chiedono certezze sul proprio futuro lavorativo – afferma infatti Primavera – la risposta della politica non può essere la svendita di un bene pubblico. Occorre invece intervenire sulle normative europee, che riconoscendo la peculiarità del turismo balneare italiano come storicamente consolidato permetta agli imprenditori di disporre di adeguati termini (o indennizzi) per l’ammortamento dei propri investimenti, garantendo contemporaneamente la piena disponibilità del bene spiaggia quale pubblico servizio. E’ evidente che qualunque iniziativa di vendita renderebbe impossibile la fruizione della spiaggia così come oggi la conosciamo. Per questo motivo Rifondazione Comunista chiede a tutti i partiti politici presenti in provincia, rappresentati o meno nelle istituzioni, di prendere una posizione chiara sul tema, evitando demagogie utili soltanto a raccogliere un po’ di consenso elettorale dalle categorie interessate”.