SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il primo vero strappo, ad undici mesi esatti dall’insediamento in Municipio. L’amministrazione comunale si scontra con la rabbia dei residenti del centro, esasperati dalla piaga della movida molesta.
Vandalismo, schiamazzi, immobili svalutati e ansia crescente. Le lamentele sono interminabili e vengono poste all’attenzione della giunta nel corso di una riunione affollatissima nella sala Don Bosco di Via Pizzi.
A differenza di Giovanni Gaspari, che sul finire del secondo mandato aveva ripetutamente evitato il confronto con il quartiere Marina Centro, Piunti ci mette la faccia. Ciò non basta però a mantenere il clima disteso e a placare la frustrazione di chi, a questo punto, sembra persino disposto a rivolgersi a “Le Iene” e “Striscia la notizia”.
Storie già ascoltate, alle quali il sindaco replica con decisione. Piunti prende la parola tre volte con una difficoltà che monta col passare dei minuti, perché nel mezzo sono decine le interruzioni e i singoli casi snocciolati.
“Potrei dire che ho ereditato questa situazione, ma non lo faccio – esordisce il primo cittadino, affiancato da Assenti, Traini e Troli – chi governa deve prendersi le proprie responsabilità e non mi tiro indietro. Tutti i passaggi che dovevo fare li ho fatti; ho incontrato gli esercenti e ho parlato chiaramente. Tra il diritto al divertimento che arreca nocumento e il diritto al riposo io scelgo e sceglierò sempre il diritto al riposo. Non farò lo sceriffo, ma farò rispettare la legge. Ci sarà un giro di vite nei confronti di chi non ha afferrato il messaggio. Verranno monitorate quelle attività che reiterano nei comportamenti scorretti, a partire dalla somministrazione di alcol ai minorenni”.
Il 23 maggio Piunti si recherà in Prefettura per partecipare ad un tavolo specifico dove si analizzerà la situazione in vista della prossima estate. “Appena ci insediammo attivammo una task-force, che poi abbiamo riproposto nei weekend del 25 aprile e del primo maggio”.
Gli abitanti pretendono tuttavia decisioni e soluzioni immediate. “Non ce la facciamo più – urlano – la condizione esistenziale del quartiere ormai è insostenibile. Bisogna varare ricette radicali, non è possibile che locali di 20 metri quadrati servano centinaia di persone”. Ecco allora che si torna ad invocare la vecchia ordinanza di Gaspari che vieterebbe il consumo di alcol su spazi pubblici. A dire il vero un provvedimento simile – risalente al 2009 -è tuttora attivo, con l’impossibilità di consumare all’aperto in contenitori di vetro e lattine dall’una di notte fino alle sette del mattino.
“Non abbiamo debiti elettorali da pagare a nessuno – assicura Piunti – eliminate ogni sospetto dalla vostra testa. Noi difenderemo sempre i cittadini, ma posso promettere solo quello che so di poter fare”.
L’unica certezza, al momento, è la ripartenza tra circa un mese del servizio di pattugliamento della polizia municipale nelle notti del fine settimana. “Ma stavolta anziché il venerdì, si comincerà di giovedì”, dice il comandante Giuseppe Coccia.