SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Ipotesi di esternalizzazione delle mense scolastiche. L’amministrazione comunale ci pensa, ma non ha ancora deciso. “Non è facile fare una scelta – spiega l’assessore all’istruzione Lina Lazzari in commissione – ci sono molte problematiche, a partire dal controllo che realizziamo direttamente”.
L’assessore evidenzia come il servizio impegni moltissimo gli operatori del settore: “Spesso ci troviamo a dover rispondere a delle esigenze senza averne le competenze. L’esternalizzazione prevedrebbe di impiegare a tempo pieno su altri progetti il personale. A volte, soprattutto in inverno, ci troviamo a dover sostituire e spostare il personale perché molti sono malati. La maggioranza ha raccolto dei dati e sta valutando”.
Ciascun pasto costa 5,16 euro (“ad Ascoli 5,8”, fa notare il dirigente Antonio Rosati) e l’obiettivo sarebbe quello di evitare aumenti qualora intervenisse il privato. “L’amministrazione non guadagna dalle mense, anzi – insiste la Lazzari – comprendo che l’argomento sia complesso e delicato. Delicato soprattutto perché parliamo di alimentazione e di bambini. Intorno a questo tema si muovono anche tante preoccupazioni delle famiglie. Le problematiche sono quotidiane, sembrano semplici, sciocche, ma comunque sono da risolvere. Spesso e volentieri siamo tenuti a rispettare delle tabelle nutrizionali che concordiamo con la nutrizionista dell’azienda sanitaria e molte volte i bambini dicono di non gradire un determinato pasto”.
Nel 2022 sono stati forniti 216 mila pasti per un numero di iscritti di circa 2200 studenti per anno scolastico. Attualmente sono 10 gli addetti alle cucine a tempo indeterminato, che nel 2024 passeranno a 8 per via dei pensionamenti. 46 unità operative sono invece a tempo determinato.
A sorpresa, ad opporsi all’eventualità di una gestione esterna è proprio un membro di maggioranza. “Sono totalmente sfavorevole – dice Domenico Novelli in commissione – il privato punta a fare profitto, il Comune no. Inoltre, mi preoccupo della tutela dei lavoratori”.
Possibilisti, al contrario, diversi esponenti dell’opposizione, da Emanuela Carboni a Luciana Barlocci. “Sarebbe il caso di consultare i comuni che hanno effettuato questo percorso – osserva Paolo Canducci – propongo di effettuare delle audizioni con i sindaci del territorio. Solo così possiamo superare i numeri”.