SAN BENEDETTO DEL TRONTO. L’esternalizzazione del servizio mensa è solo un’ipotesi, avanzata oggi dall’assessore all’istruzione Lina Lazzari, ma in maggioranza le perplessità fioccano.
“La nostra volontà – spiega Stefano Gaetani – è migliorare il servizio e mantenerlo in casa. Le soluzioni potrebbero essere molteplici, anche una esternalizzazione parziale o della sola manodopera. Le sfaccettature sono tante”.
Il capogruppo di Libera San Benedetto spiega come il covid abbia causato negli anni una differenziazione sui costi e sulla strumentazione: “Il menù successivo alla pandemia non è appetibile quanto lo era quello del pre-coronavirus”.
Gaetani avanza quindi il paragone con Ascoli: “Da loro il nutrizionista è privato e propone un menù che viene convalidato dall’Asur. Qui da noi viene fatto dall’Asur direttamente. Non abbiamo più tortellini, gnocchi e pasta all’uovo. Stiamo effettuando una ricerca per capire cosa succede attorno a noi. Oltre ad Ascoli, analizziamo i casi di Porto San Giorgio, Monteprandone, Pineto. Laddove non si riuscisse, sarebbe auspicabile mantenere perlomeno la gestione dell’acquisto delle derrate alimentari per garantirci il controllo. Senza dimenticare che, qualora esternalizzassimo, resterebbero a carico del Comune le spese per le utenze. La missione deve rimanere quella di migliorare l’offerta”.
Il consigliere comunale analizza lo scenario ad ampio raggio, criticando l’apertura delle mense al mondo del biologico: “Non serve a niente. In compenso si ripercuote sulla pasta biologica, che scuoce rapidamente. Dovremmo effettuare un passo indietro tecnico. L’aspetto assurdo è che non abbiamo un consulente”. Poi l’annuncio: “Reinseriremo la pasta al forno, che diventerà un piatto unico”.
