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Mense esternalizzate, il Pd: “46 dipendenti finiranno in mezzo a una strada”

"Tutela dei posti di lavoro e della qualità del servizio pubblico sono alla base della nostra azione politica. Il Partito Democratico si oppone con forza alla scellerata decisione di appaltare le mense"
Pubblicato il 21 Luglio 2023

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Il Pd critica la decisione dell’amministrazione comunale di esternalizzare parzialmente il servizio di mensa scolastica.

“Si accinge a buttare in mezzo ad una strada quarantasei dipendenti a tempo determinato nei prossimi due anni”, accusano la segretaria Diana Palestini e i coordinatori dei circoli Elio Costantini, Pier Giorgio Giorgi e Elisa Marzetti. “Si tratta di lavoratori selezionati dai centri per l’impiego in ragione di un basso Isee e che senza quello stipendio difficilmente riuscirebbero a tirare avanti. Molti di loro hanno già maturato i requisiti per l’assunzione a tempo indeterminato e invece di ritrovarsi con un impiego stabile si ritroveranno disoccupati. Spazzafumo ci risparmi, glielo diciamo in anticipo, la retorica del bravo imprenditore amato dai suoi dipendenti: mentre con una mano licenzia quarantasei operai con l’altra assume la sua più stretta collaboratrice mettendola a libro paga del Comune ossia dei sambenedettesi. Tutto questo è inaccettabile”.

I dem puntualizzano: “Tutela dei posti di lavoro e della qualità del servizio pubblico sono alla base della nostra azione politica. Il Partito Democratico si oppone con forza alla scellerata decisione di appaltare le mense, che non ha alcuna ragion d’essere e si schiera al fianco dei lavoratori precari e delle famiglie degli alunni che hanno chiesto il miglioramento della qualità del servizio mensa. Se gli amministratori di questa città non sono capaci di gestire i dipendenti comunali e di metterli in condizione di svolgere il loro lavoro in modo sereno e ottimale si dimettano. Ma perché esternalizzare? Quali potrebbero essere i vantaggi di una tale scelta? Il Comune nel 2022 ha incassato in totale dalle famiglie 553.877 euro a fronte di un costo per il pasto di ogni bambino di appena  5,16 euro, tutto compreso. Il privato, il cui legittimo interesse è il profitto, dovrebbe con la stessa cifra, 5,16 euro, provvedere alla preparazione e alla somministrazione dei pasti e potrebbe riuscirci o peggiorando la qualità degli stessi o peggiorando le condizioni di lavoro: salari più bassi, turni più lunghi, meno dipendenti a parità di lavoro. Un eventuale aumento dei costi verrebbe invece a gravare sulle famiglie. Piunti prima e Spazzafumo poi hanno già aumentato il costo del servizio. Il controllo della qualità delle mense scolastiche in capo all’assessore e ai dirigenti è più difficile da operare se l’appalto è esterno rispetto ad un servizio svolto direttamente dai dipendenti comunali”.

Il Pd ricorda inoltre come la qualità delle derrate alimentari acquistate dal Comune sia già stata oggetto di polemiche. “La maggioranza non ha ritenuto opportuno servire cibi biologici che sono fortemente raccomandati dai nutrizionisti e dai pediatri. Sentita anche la CGIL, che abbiamo incontrato nei giorni scorsi, ci opporemo con decisione, insieme ai lavoratori e alle famiglie, all’esternalizzazione del servizio delle mense scolastiche che avverrà in due tranche. Quest’anno riguarderà le scuole delle vie Moretti, Puglia, Mattei e Togliatti per le quali si andrà in appalto diretto perché sotto la soglia dei 150.000 euro. Non vorremmo che questo fosse un escamotage per favorire cooperative o ditte vicine alla maggioranza. Terremo gli occhi ben aperti e se riscontreremo irregolarità agiremo di conseguenza”.

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