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Marzonetti: “Non fare il lungomare sarebbe un errore. La comunità ha bisogno anche di cose belle”

Pubblicato il 19 Aprile 2020

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E’ il consigliere del gruppo misto Pasqualino Marzonetti ad intervenire sull’appello lanciato dal segretario Pd Roberto Giobbi che ha chiesto di rimandare il restyling del lungomare e accantonare così risorse per la gestione dell’emergenza Covid. “La società umana – afferma Marzonetti – ha bisogno di elevazione spirituale e materiale insieme. Questa premessa è doverosa in relazione alla mia volontà di fare alcune considerazioni riguardo le dichiarazioni del segretario PD Roberto Giobbi. In piena emergenza sanitaria ed economica, proporre all’amministrazione, come ha fatto l’esponente politico PD, di rinunciare alla realizzazione del nuovo lungomare, opera pubblica già programmata da tempo, per creare un fondo straordinario al servizio dei cittadini in difficoltà, è una proposta scontata e forse valida a certe condizioni. L’opera in questione non è, di fatto e certamente, un’opera di propaganda politica. Il nostro lungomare è il fiore all’occhiello della città, dell’identità sambenedettese, non a caso la Città delle Palme viene conosciuta da tutti come la località turistica che presenta il più bel lungomare D’Italia”.

Marzonetti ammette i buoni propositi della proposta di Giobbi ma sottolinea: “Va a mettere in discussione quanto il valore della bellezza ( architettonica ed urbanistica ) può essere utile, in questo particolare momento storico, al rilancio della città e al benessere dei cittadini. È bene ricordare una frase di Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”. Questa frase può indicare come il concetto di bello possa essere fondamentale per risollevare le sorti di una comunità e del suo territorio. Nell’arco della storia, le città italiane sono state costruite belle ( nell’esempio che va dal fascino della Roma Antica alla Città Ideale simbolo di ordine e prospettiva). L’armonia urbanistica e la qualità architettonica generano insieme, in modo naturale, una migliore convivenza civile.
La bellezza delle città facilita la cultura, il turismo e l’economia”.

“Il bello – continua – è stato per il Rinascimento italiano l’emblema dell’assoluto, della bellezza come rivoluzione culturale, fonte d’esperienza visiva utile alla società e al suo sviluppo. Creare bellezza vuol dire anche uscire da un periodo buio per entrare in una nuova era ricca di luce e nuove opportunità per tutti. A mio avviso, un’opera pubblica come quella del lungomare può diventare il simbolo di una nuova generazione, può ridare energia a una nuova San Benedetto ( che, comunque, non si è mai arresa) in cui il cittadino/persona torna, dopo la drammaticità di questi tempi, al centro della dimensione urbana. Quello che contesto maggiormente al segretario PD è il non riconoscere, in questa particolare opera, il simbolo di ripartenza e quindi del futuro. Vero è che molti cittadini hanno bisogno in questo momento di sostegno economico, ma tutti hanno anche necessità di simboli, che possano far percepire e sperare in una nuova era aurea per l’avvenire. Concordo che tutto vada fatto per aiutare il cittadino nella vita di tutti giorni, attraverso il massimo sforzo politico e amministrativo, ma perdere di vista il concetto del bello vuol dire smentire che il vero fine della politica è il benessere non solo materiale ma anche quello spirituale della società”.

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