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Maggioranza sul filo: ora l’obiettivo sarà fare tredici. In sedici mesi otto cambi di casacca

I problemi per l’amministrazione, oltre alle votazioni finali, riguarderanno il raggiungimento del numero legale per avviare i consigli e per farli proseguire. Anche un raffreddore potrebbe causare uno scivolone in assise
Pubblicato il 16 Marzo 2023

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Da oggi l’obiettivo sarà fare 13, nel vero senso nella parola. L’amministrazione Spazzafumo non ha più “bonus” e, dopo la fuoriuscita di ben tre esponenti di maggioranza nell’arco di sedici mesi, si ritrova a malapena a galla, col timore che anche un raffreddore possa causare uno scivolone in assise.

In meno di un anno e mezzo, il percorso di Spazzafumo si è rivelato tortuoso, con fibrillazioni continue all’interno della coalizione e delle singole liste. I movimenti e i cambi di casacca sono stati complessivamente otto. Se non è un record, poco ci manca.

I primi a rumoreggiare sono stati, in ordine di tempo, Umberto Pasquali e Martina De Renzis che, ad inizio 2022, mollarono Rinascita Sambenedettese, causandone la conseguente sparizione dell’emiciclo. Per loro ecco le porte aperte di Viva San Benedetto, dove il socialista ha tuttavia polemizzato a più riprese con Giorgio De Vecchis soprattutto in tema di sanità. Quasi immediato, pertanto, il trasloco nel gruppo misto, pur assicurando il sostegno al primo cittadino.

Mal di pancia pure per Luciana Barlocci, che ufficializzò la frattura con Libera (e col capogruppo Stefano Gaetani) per migrare in Rivoluzione Civica. Nel frattempo, Giorgio De Vecchis annunciava l’addio a Viva San Benedetto e passava all’opposizione, sempre nel misto. Stesso discorso per la Barlocci che, dopo mesi di proteste, ha salutato Rivoluzione Civica e Spazzafumo per andare a rafforzare la compagine di minoranza.

Oggi tocca a Simone De Vecchis, che farà tornare d’attualità conteggi e calcoli.

I problemi per l’amministrazione, oltre alle votazioni finali, riguarderanno il raggiungimento del numero legale per avviare i consigli (13, per l’appunto) e per farli proseguire. Persino un allontanamento provvisorio dall’aula da parte di un esponente di maggioranza potrebbe portare ad una richiesta di appello capace – in situazioni estreme – di generare una sospensione dei lavori.

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