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L’analisi: “Il cemento del Ballarin era in declino irreversibile”. L’idea del comitato: “Si attui un progetto di viabilità lineare”

L'architetto Paolini e l'avvocato Pepa: "Il tentativo di affidare il progetto a Canali ci pare approssimativo e inadeguato"
Pubblicato il 4 Aprile 2024

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Il Ballarin era in uno stato allarmante di degrado strutturale causato da un’avanzata ossidoriduzione dei metalli e declino irreversibile dei materiali cementizi“. Lo afferma la relazione di circa due anni fa, prodotta da “Rigenera Sbt” in seguito a dei sopralluoghi tecnici effettuati con l’uso di droni, sclerometri e laser scanner“.

Lo ricordano oggi dallo stesso comitato che conferma come l’osservazione dell’attività di demolizione ha confermato uno stato di cose legato a più fattori. “Gli effetti disastrosi della salsedine marina, la scarsa qualità dei materiali utilizzati, e soprattutto lo stato di abbandono quarantennale, sono stati fatali” spiegano.

Questa attività faceva parte di un’osservazione che riguardava, oltre all’ex stadio, anche l’ex “Frigoriferi Sgattoni”, vale a dire l’ecomostro di via Calatafimi. “Ora che però “La Fossa dei Leoni” non c’è più – affermano dal comitato l’architetto Daniele Paolini e l’avvocato Gian Luigi Pepa – è giunto il momento di trasformare questa grave perdita in una grande opportunità di ridisegnare l’intero “Waterfront”, dando l’avvio ad concreto e razionale processo di rigenerazione urbana”.

Lo stallo

“Da anni assistiamo a tentativi di superare questa impasse decisionale, ma mai con risultati concreti. Ricordiamo che anche l’amministrazione Gaspari (sindaco di San Benedetto dal 2006 al 2016 ndr) fece ricorso ad “un archistar” (Bernard Tschumi), ma da allora il declino ha fatto ulteriori passi avanti. Oggi è la volta dell’ arch. Canali, ma anche questo tentativo ci sembra approssimato e inadeguato”.

I due del comitato parlano di un “rendering forzatamente realistico, e distante dalla realtà”. E aggiungono: “Temiamo che si tratti soltanto di un’operazione che difficilmente porterebbe ad una concreta rigenerazione del comparto urbanistico. La scelta amministrativa di concentrare l’azione progettuale soltanto “all’interno dell’ex Fossa dei Leoni”, senza propendere invece per alcuna modifica della viabilità, nessun incremento di verde, servizi e parcheggi, non sembra soddisfare i bisogni di quella zona della città”.

E ancora: “Il fatto poi che all’interno dell’ex campo da gioco, compaiano non ben precisati manufatti casuali, tettoie e altri manufatti da destinare a un improbabile museo della Sambenedettese calcio, collegati da un intreccio di misteriosi percorsi, di sentieri tracciati, ci sembra un’operazione che non limita affatto il consumo di suolo anzi il contrario, e tutte le ottime visuali recuperate ora con la demolizione del Ballarin tornerebbero ad essere occluse. Il progetto Canali inoltre limiterebbe la possibilità di realizzare una “mobilità integrata” attrezzata da un numero adeguato di parcheggi coperti da ombrosi pini, ove la “Ciclovia Adriatica”, potrebbe fungere da spina dorsale di tutto il Sistema viario della riviera delle palme”.

La strategia

Per Paolini e Pepa occorre valutare attentamente l’idea strategica “di realizzare finalmente un progetto di viabilità lineare diretta, sicura, e senza le vecchie e assurde attuali “chicane” riprendendo le indicazioni che già 80 anni orsono furono date dall’Ing. Onorati, con “l’attuale lungomare”, fin da allora progettato come elemento di collegamento lineare, con valenza turistica di collegamento di tutta la riviera delle palme. Infine, non si può perdere l’opportunità di realizzare un parcheggio scambiatore lineare all’intero centro cittadino, ombreggiato da un nuovo vero polmone verde che si estenda verso nord, attraversando l’antico Ballarin e ricollegandosi con le pinete presenti al confine con il territorio di Grottammare”.

L’ultima considerazione, riguarda il muro lato ovest che è stato ricostruito dalla precedente amministrazione, sul presupposto di una presunta esistenza di un vincolo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, osservando che in assenza di esso, potrebbe essere valutata la sua demolizione per la razionalizzazione della viabilità. “In conclusione, proprio con l’analisi del nostro già assessore al bilancio, ci chiediamo se per tutta l’operazione in questione sia stata valutata la sostenibilità dei costi di realizzazione”.

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