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La legge del 2 marzo annulla qualsiasi ordinanza in contrasto con il documento di Conte. Ecco perché Ceriscioli non può chiudere le scuole (ma vorrebbe)

L'aspetto politico dell'emergenza coronavirus
Pubblicato il 3 Marzo 2020

“A seguito dell’adozione delle misure statali di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 non possono essere adottate e, ove adottate sono inefficaci, le ordinanze sindacali contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza predetta in contrasto con le misure statali”. E’ quanto contenuto nell’articolo 53 del Decreto Legge ufficialmente varato ieri dal Governo. Ed è questo il motivo per il quale il presidente Luca Ceriscioli vorrebbe (come ha ribadito ieri) ma non può chiedere le scuole in tutta la regione.

Il Governo ha di fatto istituito l’inadottabilità di qualsiasi ordinanza che non preveda le misure contenute nel documento firmato a Roma. Qualsiasi ordinanza che vada in contrasto con il decreto legge, in parole povere, non avrebbe alcun valore. Proprio nelle ultime ore il presidente Ceriscioli ha affermato di continuare insistentemente a chiedere al Governo centrale di chiudere le scuole anche nelle restanti quattro province. Attualmente soltanto nel distretto di Pesaro e Urbino sono state sospese le attività.