SAN BENEDETTO – “Stare in un gruppo non significa riprendersi il pallone e andarsene ogni volta che non si è d’accordo. Così come ha fatto il consigliere Emili e solo perché voleva l’assessorato all’urbanistica”. Parole del capogruppo del Pd Claudio Benigni, il quale attacca i due dissidenti analizzando il loro comportamento politico.
“Nel gruppo consiliare Pd- spiega Benigni – c’è sempre stato il momento del confronto e del dibattito, anche acceso (l’ultimo in ordine di tempo quello coi consiglieri Zocchi e Pasqualini), ma poi c’è anche un momento in cui bisogna necessariamente arrivare alla sintesi. Il gruppo Pd è aperto e sempre lo sarà a chi vuole portare avanti progetti per il bene della città (questa è la politica). Altro è chiedere la testa degli assessori per poter gestire poltrone allettanti (questo si chiama “scopo personale”).
A questo punto Benigni passa ad analizzare la questione Emili e Pezzuoli, sostenendo che i due democratici si sarebbero mascherati per mesi dietro ad una finta critica politica nel merito delle cose fino ad arrivare all’exploit finale di chiedere la testa degli assessori Canducci e Sorge. “In tutta verità- dice Benigni – noi che stiamo nel palazzo comunale lo sapevamo bene fin dal principio che l’unico problema della Emili era quello di non essere riuscita ad accaparrarsi l’assessorato all’Urbanistica. Ora finalmente anche i sambenedettesi più distratti sanno che se taglieremo due teste nella giunta, per la Emili e Pezzuoli tutti gli atti e le delibere diventeranno d’incanto perfette ed inoppugnabili”.
Infine il capogruppo precisa come la commissione di garanzia alla quale i due dissidenti hanno fatto ricorso abbia archiviato la pratica con cui si chiedevano lumi sull’allontanamento dei due dissidenti dal gruppo.