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La città si stringe intorno alla Grande Opera: “Ci vogliono belli ma senz’Anima”

Pubblicato il 16 Maggio 2014

GROTTAMMARE – “Il Soprintendente ai beni paesaggistici vuole che la nostra comunità sia bella, ma senz’A.n.i.m.a”. E’ un gioco di parole pronunciato con mestizia dal presidente della Fondazione Carisap, Vincevo Marini Marini, che svela ormai l’inevitabile fine della vicenda Grande Opera a Grottammare: “E’ ovvio che presto arriverà il diniego vero e proprio all’autorizzazione paesaggistica per la realizzazione della Grande Opera. Mi stupirei del contrario”.

Una consapevolezza condivisa anche con l’amministrazione comunale durante il consiglio aperto indetto per spiegare alla cittadinanza tutto l’iter amministrativo di A.n.i.m.a: “Non siamo ancora sconfitti – afferma il presidente Marini Marini – la Fondazione sta pensando di continuare il percorso amministrativo per contrastare la posizione della soprintendenza poiché noi crediamo nella ricaduta economica che una struttura del genere può garantire al territorio”.

La difesa più accorata della validità della Grande Opera spetta all’ex sindaco Luigi Merli, lanciatosi in un duro attacco contro il soprintendente Stefano Gizzi. “Come si può bloccare l’iter dei lavori per due casolari su cui la soprintendenza stessa si era già espressa più volte negli anni passati? – si è chiesto l’ex primo cittadino di Grottammare -. Poi il soprintendente parla di copertura delle “siepi e ulivi”da parte della struttura? Ma di quali siepi sta parlando? E soprattutto per gli ulivi avevamo ottenuto il nulla osta per espiantarli. Il soprintendente è un funzionario che si mette a fare il libero pensatore. E’ ovvio che la pratica passerà all’avvocatura dello Stato e lui se ne laverà le mani. Il diniego è certo, ma noi andremo avanti, tirando in ballo anche l’intervento del Ministro se necessario”.

I cittadini intervenuti sembrano nel complesso favorevoli alla creazione di Anima, così come i rappresentanti delle associazioni di categoria, una fra tutte l’associazione turistica di Grottammare, con il suo vicepresidente, Ugo Grossetti, che ha definito la Grande Opera “ una manna per l’economia locale”. Alcuni distinguo arrivano da Gian Filippo Straccia che avrebbe preferito evitare attacchi diretti al soprintendente: “l’intervento dell’ex sindaco è stato molto duro. Esasperare la polemica non porta a nulla”. Anna Maria Lorenzo (M5S) auspica che “la Grande Opera possa essere realmente utile al territorio, che sia una garanzia per creare posti di lavoro come prospettato e che non diventi una cattedrale nel deserto”.

Dai banchi dell’opposizione i capigruppo Lorenzo Vesperini (Pdl) e Sandro Mariani (Grottammare Futura) avrebbero preferito un maggiore coinvolgimento dei comuni della zona e delle istituzioni locali: “L’opera non ha carattere territoriale senza il coinvolgimento di tutti – spiega Mariani – ricordo ai cittadini che su quell’area c’erano poi 3 vincoli: uno legato al piano regolatore, uno di rischio idrogeologico e un altro è il vincolo paesaggistico. Tutte le variazioni presentate nei primi due casi sono state approvate (superamento dello scoglio della legge Galasso con opera di miglioramento idraulico e modifiche dell’area esondabile da parte della ditta SWM, 1,5 milioni di euro, ndr) mentre è nel terzo caso che si instaurano i dubbi della soprintendenza”. Per Andrea Crimella (M5S) “per vedere se la popolazione era d’accordo sulla costruzione di Anima, avrei proposto l’utilizzo di un referendum riflettendo sulla preparazione della città verso un’opera così importante”.

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